Marcucci: "Chi non accetta le primarie è fuori dal partito"

Si alza il livello dello scontro con il sindaco Tambellini, contrario a ricorrere a questo strumento in vista delle amministrative 2017

Andrea Marcucci (foto Borghesi)

Andrea Marcucci (foto Borghesi)

Lucca, 20 marzo 2016 - Lascia o raddoppia? Raddoppia. Con tanto di ultimatum vero e proprio. Ormai il dado è tratto e il senatore Pd Andrea Marcucci va alla guerra contro il sindaco Tambellini. Dopo le dichiarazioni inequivocabili rilasciate in tv in occasione della visita del governatore Rossi, nelle quali ribadiva la necessità imprescindibile di arrivare alle primarie per stabilire il candidato sindaco a Lucca per il 2017, uno dei più convinti seguaci di Matteo Renzi alza la posta. E arriva a considerare fuori dal partito chi rifiutasse di sottoporsi allo strumento delle primarie.

Marcucci per alzare la posta, e anche la temperatura, ha usato lo strumento di una lettera inviata al direttore del Corriere Fiorentino. Una lunga missiva in cui ribadisce la fiducia nelle primarie, mettendosi in scia con quanto affermato dallo stesso presidente del Consiglio. «Sono convinto che le primarie siano utili – ha scritto –soprattutto per il primo cittadino uscente, intanto perché è il candidato di diritto con gli inevitabili favori della vigilia e del lavoro fatto nel quinquennio precedente. Se il risultato della consultazione fosse favorevole, sarebbe il miglior viatico per le successive elezioni, se fosse negativo, molto probabilmente anticiperebbe quello delle urne». Poi un fendente durissimo verso la situazione lucchese. Una sorta di minaccia vera e propria. O accetta le primarie o è fuori dal partito. «E' la normalità del Pd, non può essere vissuta come la predisposizione di una trama contro qualcuno. Una regola – ha aggiungo – che vale in tutta Italia, e quindi certo anche a Lucca. Sottrarsi o rifiutarne l'esito significa essere fuori dal Pd, e molto spesso, com'è successo in Liguria, predisporsi a far vincere l'avversario. Si dice spesso che a Lucca il Pd sia stato animato da un dibattito interno assai vivace. Continuo a pensare che sia un valore, certo se i torni e le modalità di tale confronto restano nell'alveo di una comunità solidale come deve essere un partito».