Candidato sindaco, Baccelli rivela: "Non escludo di fare le Primarie"

Il consigliere regionale Pd: "Molti me lo chiedono, e questo mi gratifica"

Stefano Baccelli (foto Umicini)

Stefano Baccelli (foto Umicini)

Lucca, 20 settembre 2016 - Tre parole che pesano. Perché mai pronunciate sino a ora. Durante mesi e mesi di voci e supposizioni, ma nessuna conferma. «Non lo escludo»: risponde con queste parole Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd ed ex presidente della Provincia, alla domanda diretta se pensa o meno di presentarsi alle prossime Primarie del Pd per individuare il candidato sindaco a Lucca per il 2017. L’ipotesi, sinora solo ventilata, prende dunque quota per mezzo dello stesso diretto interessato ed è destinata a accendere ancora di più il dibattito interno al principale partito di centrosinistra, alle prese con dure e reiterate polemiche interne. Baccelli non si nasconde nemmeno sul giudizio sull’operato dell’attuale sindaco Tambellini, con il quale i rapporti sono a dir poco freddi, e sulla sua dichiarata intenzione di non voler partecipare alla Primarie.

Qual è il bilancio nel suo ruolo di consigliere regionale? «Mi trovo bene, sono in un gruppo quasi completamente nuovo e molto in gamba. Ho la presidenza di una delle commissioni più importanti: è un’attività molto interessante. Dell’esperienza in Provincia mi manca la creatività progettuale, la possibilità di dare risposte ai problemi dei cittadini».

Come vede Lucca da Firenze? «Il mio amore mi porta a essere indulgente:la vedo con grandi opportunità. Penso alle straordinarie opportunità della Fondazione Cassa che ha investito tanto denaro con un approccio basato sulla condivisione con gli Enti locali. Le Mura sono un esempio, ma serve, accanto al restauro, la valorizzazione: sono un brand che ‘spacca’, direbbero i giovani. Il limite? Quello di non avere più un’idea di città».

Un punto su cui ha delle responsabilità la politica, segnatamente l’amministrazione comunale? «Non ha saputo generare un’idea complessiva della città con una strategia di ampio respiro. Penso al Piano Strutturale: quanti cittadini conoscono veramente l’idea a esso legata?».

Lei è tra quelli che si è detto sicuro degli assi viari: conferma? «Rivendico il fatto che nel 2006, quando entrai in Provincia, di essere dovuto ripartire da zero sul tema. E’ un’altra occasione, dopo quella degli anni ’70, anzi è l’ultima, almeno per gli amministratori della mia generazione».

In casa Pd non passa giorno che non ci sia un distinguo e un duro confronto, soprattutto in tema di elezioni comunali e Primarie. «L’indirizzo di aggiornarci a dopo il referendum costituzionale lo trovo ragionevole. Contaminare il momento referendario con beghe, per quanto importanti, credo non sia il caso».

Primarie, favorevole o no? «Il dibattito mi pare enfatizzato, per quanto le Primarie sono importanti per il Pd e talvolta possono servire anche per risolvere conflitti interni al partito. Del resto, l’alternativa è la scelta nelle segrete stanze. Prima di esse, comunque, serve una coalizione, a Lucca l’avevamo e non so perché è venuta meno, con il sindaco ora sostenuto solo dal Pd e da una lista civica. Non c’è stata una riflessione e ne dobbiamo parlare insieme a Tambellini. Dobbiamo provare a unire tutta la città non solo la sinistra e poi dare vita a un programma di governo».

Domanda secca: esclude o no di fare le Primarie per il candidato sindaco a Lucca? «Non lo escludo. Girando per strada molti me lo chiedono, e la cosa mi gratifica, ma, al tempo stesso, mi responsabilizza considerando il mio amore viscerale per Lucca. In ogni caso, a prescindere da una mia eventuale candidatura, vorrei avere un ruolo in un progetto complessivo».