«Piuss», annunci-beffa. Ormai è (quasi) certo: i progetti saltano

Scontro sindaco-Pd: nel partito c’è chi parla apertamente di colpo mortale per la durata dell’amministrazione

Il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini (Alcide)

Il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini (Alcide)

Lucca, 21 luglio 2014 - Ora è davvero allarme rosso. Sulla vicenda dei Piuss che stanno inesorabilmente naufragando di fronte a ritardi e anomalie di vario genere, rischia di giocarsi non solo la credibilità, ma la stessa permanenza della giunta Tambellini. O dai confronti che ci saranno anche in questa settimana con la Regione si riuscirà a ottenere qualcosa di più di vaghe promesse di compensare la chiusura dei progetti Piuss (con impegni precisi di finanziare in altro modo i lavori all’ex caserma Lorenzini e all’ex Manifattura) oppure il filo che lega la giunta al Pd, ovvero al partito dello stesso sindaco, mai così lontano dalla sua sponda di provenienza, rischia di lacerarsi. Definitivamente. Il colloquio svoltosi a Palazzo Orsetti nel tardo pomeriggio di venerdì scorso, presenti i vertici del partito di centrosinistra egemone a Lucca, non è stato risolutivo.  <EN> MA HA chiarito una cosa: la pazienza, in casa Pd, pare essere al minimo storico. E a Tambellini è stato chiesto di produrre ogni sforzo per evitare di sganciarsi dai Piuss, di fatto già falliti, come aveva affermato senza infingimenti lo stesso assessore all’Urbanistica Mammini in una riunione di maggioranza di inizio settimana che ha scatenato una ridda di reazioni, senza avere in mano una contropartita. Il ragionamento è semplice: non si baratta una rinuncia a 35 milioni di euro di lavori senza un un impegno preciso a indennizzare la città almeno parzialmente. Verba volant scripta manent, dicevano i latini.  E proprio su questo punto i vertici del Pd avrebbero rinfacciato con durezza l’eccessiva leggerezza mostrata dall’amministrazione comunale nel confrontarsi con la Regione, un ente oltretutto ormai lanciato con il governatore Rossi in testa verso la campagna elettorale della prossima primavera. Niente rinunce in bianco, e se proprio i progetti Piuss devono saltare, oltretutto stritolati da scadenze in parte immodificabili trattandosi di denaro proveniente da fondi europei, che la Regione si impegni nero su bianco a finanziare i lavori più urgenti che erano compresi nei progetti nati sotto la giunta Favilla. Se così non sarà, i rischi per l’amministrazione Tambellini potrebbero essere addiritura letali. Difficile infatti che la perdita, quasi senza contropartite venga fatta scivolare senza conseguenze dal Pd, i cui vertici paiono sempre più stanchi e sfiduciati per i risultati considerati totalmente insoddisfacenti dei primi due anni di governo del professore di Sant’Alessio. E due anni di governo sono un lasso temporale che rende impossibile addebitare alla precedente giunta Favilla l’insuccesso dei Piuss: Tambellini, è il ragionamento, avrebbe dovuto evitare di trovarsi dopo due anni con un pugno di mosche, in una situazione che per molti appare come la cartina tornasole delle sue incapacità amministrative.  E la richiesta di fare un passo indietro, a quel punto, sarebbe tutt’altro che remota. E per quanto il sindaco abbia più volte escluso di arretrare, a quel punto gli scenari, compresi eventuali sfilamenti del Pd dalla maggioranza non sarebbero fantascientifici. Con relativa guerra aperta tra le diverse anime che si fronteggiano nel Pd. Sui Piuss, Tambellini deve trovare la quadra. Per forza. Dai banchi dell’opposizione, intanto, Pietro Fazzi di Liberi e responsabili chiede con massima urgenza la convocazione di un Consiglio. «Il sindaco – spiega – deve arrivare con i pareri dei tecnici e spiegare perché i Piuss non sono più realizzabili, e su questo scenario chiedere il parere del consiglio comunale. La situazione è grave».