Palazzo Bernardini: «Il problema principale? L’appartenenza alla città»

Cecati (Soprintendenza) parla del futuro dell’immobile / Il risultato del nostro sondaggio

Palazzo Bernardini

Palazzo Bernardini

Lucca, 8 aprile 2015 - Il sondaggio lanciato nei giorni scorsi sul nostro sito ha dato il suo verdetto: il 75% dei nostri lettori ha detto no all’ipotesi di una comproprietà di Palazzo Bernardini, un edificio di grande valore storico e monumentale che deve restare alla città. La bocciatura è sonora. Adesso resta da vedere se l’Associazione Industriali proprietaria dell’immobile (che comunque all’interno della sua giunta non è compatta su questa scelta portata avanti dalla presidente Cristina Galeotti) tirerà dritto, oppure se l’accorpamento di area vasta con le province di Prato e Pistoia potrà essere scisso dall’alienazione delle rispettive sedi.  Nel dibattito oggi abbiamo coinvolto anche l’ingegner Francesco Cecati della Soprintendenza. «E’ innegabile che Palazzo Bernardini è uno degli edifici monumentali più importanti della nostra città, con la sua facciata rinascimentale e gli interni in stile barocco - dice -. Al punto che meriterebbe anche vuotare la piazza per restituirgli la giusta valorizzazione, ma so bene che questo è un argomento che ci conduce in un campo minato». «E’ positivo che La Nazione ponga il problema. Un problema che più che di proprietà in senso stretto, è di appartenenza alla città dello stesso. Se alienazione sarà, chi verrà deve entrare in punta di piedi, “ammodino” direi, consapevole che a Lucca si entra nel salotto buono, in una città capitale che deve preservarsi mantenendosi sempre a un livello alto di commercio, di turismo, di cura delle proprie bellezze». L’esponente della Soprintendenza si spinge anche in altre valutazioni. «In questo senso - sottolinea Cecati - ciò che normalmente viene visto e vissuto in chiave negativa, i vincoli, rappresentano un importante alleato. Le proprietà si succedono, come è avvenuto anche alle Ville monumentali del nostro territorio, ma l’importante è tener ferma l’attenzione su un livello qualitativo alto, intonato al rango che la nostra città deve tenere e i vincoli rappresentano un forte elemento di salvaguardia». Conclude Cecati: «Finora l’Associazione industriali ha sempre colto nel segno, ponendo la massima cura nel bellissimo edificio e anche aprendolo alla città che ha potuto viverlo attraverso i convegni che ha organizzato e le varie iniziative. Ma, come si dice, la virtù va conservata ogni giono».