Mercatone Uno, la rabbia dei dipendenti: «Vogliamo essere trattati con dignità»

Sciopero e volantinaggio contro licenziamenti e chiusura dell’attività

Il presidio dei lavoratori

Il presidio dei lavoratori

Lucca, 22 marzo 2015 - Stop alla svendita in stile «svuototutto». I lavoratori del Mercatone Uno di S.Anna ieri mattina, proprio in corrispondenza dell’avvio delle promozioni con saldi fino al 70 per cento, hanno incrociato le braccia e costretto il negozio a restare chiuso. Si aggrappano alla speranza che finchè ci sarà merce in vendita, potranno evitare il licenziamento. Obbiettivo dichiarato: riuscire a traghettare alla data del primo aprile, quando è in programma l’incontro decisivo al ministero a Roma. «Chiediamo almeno l’accesso agli ammortizzatori sociali, visto che già ci hanno messo in ginocchio con un contratto di solidarietà a orario dimezzato - hanno detto i portavoci del maxi presidio, a firma Cgil e Cisl, che ieri hanno inondato di bandiere e cartelli gli ingressi del negozio a S.Anna, con volantinaggio anche sulla via Sarzanese -. Chiediamo di essere trattati con la dignità di persone, anche se sappiamo benissimo di essere dei condannati a morte».

41 dipendenti, tantissime donne, alcuni lavoratori da 15-20 anni invocano chiarezza, almeno quella. «Ci siamo mobilitati per denunciare un’azienda che decide di mandare a casa le persone e chiudere un’attività senza nemmeno avere il coraggio di dichiararlo apertamente - è l’atto d’accusa ufficiale contenuto nel volantino a doppia firma Filcams Cgil e Fisascat Cisl -. Da oltre tre anni l’azienda usufruisce dei contratti di solidarietà che dovevano servire a salvare posti di lavoro e invece hanno determinato soltanto orari di lavoro ridotti e minor salario». «Tenteremo di ostacolare la svendita che accellera i tempi della nostra condanna - dice Sonia Campeol della Filcams -. La proprietà nega l’evidenza: da tempo i magazzini sono vuoti, non ci sono più ordini, alcuni reparti sono stati trasferiti nel punto vendita di Altopascio, e ora questa promozione. Vogliono chiudere e gettarci al macero senza neanche ammetterlo apertamente. E’ sempre stato così: nelle trattative ci vengono date un certo tipo di informazioni e assicurazioni che poi, puntualmente, i fatti smentiscono. Stiamo parlando del destino incerto del punto vendita di S.Anna, che però è la stesso di altri 30 negozi in Italia e di 1.200 dipendenti dell’azienda».  «E’ tutto molto strano, perché in diversi punti vendita hanno fatto una maxi operazione di restying investendo cospicue risorse - si spiega ancora -. Evidentemente c’è un piano preciso, che non però è mai stato comunicato e questo è gravissimo». Martedì i dipendenti del Mercatone saranno ricevuti dal presidente della Provincia Baccelli mentre già ieri si sono incontrati con il sindaco Tambellini. «Siamo un colosso come la Fiat - sottolineano i lavoratori - ci auguriamo che presto riusciremo a venir fuori con uno sciopero nazionale. Come possono pensare che tutto ciò possa passare sotto traccia?». Ci hanno pensato loro, ieri mattina, a far da cassa di risonanza. E, promettono, non finisce qui.