La Procura apre un fascicolo sulla strada del nuovo ospedale

Caso nato dopo l’esposto degli ambientalisti. E il cantiere è fermo

La strada contestata

La strada contestata

Lucca, 28 maggio 2015 - La Procura ha aperto un fascicolo sulla nuova strada dell’ospedale San Luca, un cantiere che il Comune ha avviato un mese fa. L’ipotesi di reato è violazione delle norme ambientali e paesaggistiche ai sensi degli articoli 142 e 181 del decreto legislativo 42 del 2004. I lavori, avviati dalla ditta Del Debbio spa su incarico dell’amministrazione Tambellini, sono fermi da giorni per una autonoma decisione cautelativa subito dopo la richiesta di atti da parte della Procura che comunque, al momento, non ha disposto provvedimenti di sequestro.

Una svolta che sta tutta nel «fermo immagine» nella zona del cantiere, con la catasta di alberi abbattuti visibili dalla rotonda che precede l’ingresso del San Luca, da cui la nuova strada doveva partire per raggiungere la via Romana, e niente più. Non un operaio, non una traccia di asfalto. L’inchiesta è stata aperta in conseguenza dell’esposto avanzato dagli ambientalisti, Wwf capofila, che avevano specificamente denunciato l’abbattimento di alberi di altissimo pregio, in una zona dove quello era rimasto l’ultimo polmone verde. Nei giorni scorsi la Procura ha chiesto agli uffici comunali tutta la documentazione inerente la strada ora al centro di un caso che potrebbe avere risvolti nel breve termine.

Le associazioni Legambiente, Perlambiente, Wwf, Lucca Est, Lucca Bene Comune, Comitato Assi Viari non si erano trattenute dal giudicare l’abbattimento degli alberi in quella zona un «tradimento del Comune nei confronti dei suoi cittadini, che con questo atto ha cancellato le biodiversità e un polmone di vita e benessere». Nella denuncia gli ambientalisti avevano specificato che il bosco andato distrutto era costituito «da pioppi e soprattutto da alberi di elevato valore conservazionistico, storico e paesaggistico come gli ontani e le farnie, che sono le rare querce delle aree umide. Ancora più grave, da considerare proprio un atto barbarico, che neppure nei paesi meno evoluti è pensabile, questo taglio è avvenuto in periodo di riproduzione della fauna selvatica».

Laura Sartini