La novella de' bisconti

commento

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«La lucchesità? Nel passato poteva essere un carattere di distinzione, ma adesso  cominciamo a riconoscerlo come luogo d’incontro di quei nuovi elementi che permetteranno il permanere di questo straordinario specifico, che non è esprimibile con altra definizione». Non sono parole mie, ma quelle dell’arcivescovo Italo Castellani: che ha usato questa perifrasi per definire le peculiarità del nostro territorio, e soprattutto indole e natura di noi che ci abitiamo, o ne abbiamo assorbito i tratti salienti anche se siamo nati altrove. Sono perfettamente d’accordo con lui: ecco perché continuo a valutare quello che ci accade intorno, non perdendo di vista il Dna che ci appartiene e il modo con cui siamo abituati a ragionare. Oggi quindi mi piace da matti poter condividere con voi un ragionamento che richiama la famosa novella de’ bisconti. Per chi non sa di che si tratta, lo spiego subito: era un modo di richiamare l’attenzione dei bambini, facendo credere di volergli raccontare una favola, mentre invece era una giocosa presa in giro che consisteva nel dire: «La novella de’ bisconti vòi che te la dica o che te la conti?» Se il bambino rispondeva: «Che me la conti» l’adulto ribatteva: «Non si dice che me la conti, ma che me la dica. Allora ricominciamo... la novella de’ bisconti vòi che te la dica o che te la conti?»  E il piccolo: «Che me la dica». Il genitore replicava: «Non si dice che me la dica, ma che me la conti». E così via, finché il bambino capiva la presa in giro e desisteva dal continuare,  rimanendoci male. Che c’entra tutto questo, mi chiederete?

 Sembra proprio che i tanti annunci che vengono fatti, siano all’insegna delle novelle, anche se ovviamente speriamo di no. Ad esempio, il presidente Enrico Rossi ha trionfalmente detto che la Regione Toscana stanzierà altri 200 milioni per raddoppiare la tratta ferroviaria tra Lucca e Pistoia, e che i fondi verranno inseriti nella finanziaria 2015. Dobbiamo veramente crederci, o è un colpo di teatro da campagna elettorale? Perché ultimamente si è detto di tutto e di più, mentre dei cantieri non c’è nemmeno l’ombra e i capitreni vengono addirittura massacrati di botte. E poi c’è la fiaba legata alla destinazione del complesso ex ospedale Campo di Marte.  ’ di questi giorni la labbrata sferrata all’Asl dal presidente della Provincia: che contesta la volontà dell’azienda sanitaria di realizzarvi un ulteriore nuovo padiglione, proprio dove Palazzo Ducale ipotizzava una grande area verde. Concordo che non si debba ulteriormente cementificare: ma soprattutto, prima di decidere se realizzare una nuova struttura, bisogna sapere cosa fare degli altri immobili! Secondo me finisce come Maggiano, anche se spero di essere smentito. E a proposito di edifici, finalmente a gennaio partono i lavori del Piuss nel centro storico (in particolare sulla Manifattura) eppure non si sa ancora quali attività vi troveranno spazio. Vi pare normale? A me non proprio...

Infine, il tema del momento: mi piacerebbe che anche a Lucca, Piana e in Valle del Serchio Garfagnana, fosse trasparente il business dell’accoglienza degli immigrati. Perché i contributi, a quanto sembra, arrivano sempre alle medesime associazioni. Non mi pare di aver letto da nessuna parte rendiconti precisi: non sarebbe l’ora di chiarire rapporti e ricavi precisi? Le riflessioni di oggi terminano qua. Allora, cari lettori, la novella de’ bisconti vogliamo che ce la dicano o ce la contino? Se posso scegliere, meglio buttarla sul musicale,  e quindi... che ce la cantino. Anche perché mi sembra di essere come nel finale del film Titanic. Vi ricordate? Mentre la nave affonda, l’orchestra continua a suonare...