Lo sfogo della moglie dell'imam: "Mio marito è contro la violenza, come dice il Corano"

Salma Gorgoni, 29 anni, da quattro convertita all'Islam, lo difende dalle accuse / IMAM MAROCCHINO PRELEVATO DALLA POLIZIA, SARA' RIMPATRIATO

La moglie di Haida Abdelmounaim  (foto Alcide)

La moglie di Haida Abdelmounaim (foto Alcide)

Lucca, 28 marzo 2015 - «A me verrebbe quasi da sorridere, se la situazione non fosse invece così terribilmente seria e sconvolgente per la nostra famiglia. Mio marito non è un terrorista, né uno che incita al terrorismo, tutt’altro. Non so davvero come si possa immaginare una cosa del genere». Parole di Salma Gorgoni, 29 anni, moglie di Abdelmounaim Haida, il 33enne marocchino espulso ieri con provvedimento immediato firmato dal ministro Angelino Alfano. La donna, pisana, vive da anni a Camigliano in via dello Stradone al piano terra di una villetta con giardino. Anche lei da quattro anni ha abbracciato la fede islamica. La coppia ha tre figli e lei tra pochi mesi ne partorirà un quarto.

«Sì, anch'io sono di fede islamica – commenta Salma Gorgoni – e quindi seguo da vicino quello che fa mio marito anche in ambito religioso. Posso dire con molta tranquillità che lui non è affatto un estremista e anzi ha sempre detto che la corretta interpretazione del Corano è contraria alla violenza. Le sue prediche, le sue letture del Corano, le prepara qui a casa. Poi il venerdì e il sabato va alla moschea di via Romana a Capannori. Chiunque può rendersi conto di quello che mio marito ha sempre detto in questi incontri. Credo che anche la polizia vi abbia preso parte qualche volta. Mio marito è stato scelto come imam perché conosce bene il Corano e ha studiato. Dicono che fa propaganda pericolosa per l’Occidente? Io resto sbalordita e sconcertata. Non è vero. Basta leggere i testi preparati, che conserva ancora qui in casa. Sono in arabo, certo, ma è tutto scritto lì».

«La polizia – prosegue la moglie – ha bussato alla porta alle 5 di mattina. Erano una decina, credo, in borghese e armati. Per carità, si sono comportati molto bene, però, con educazione e molta gentilezza, anche perché i bambini dormivano e ci sono stati attenti. Comunque quella situazione era già di per se inquietante per noi. I poliziotti hanno anche perquisito la casa senza trovare niente di particolare, anche perché francamente non c’era nulla di strano da trovare. Lo ripeto, siamo una famiglia musulmana, ma a parte questo siamo come tutti gli altri. Io temo che mio marito sia vittima di una sorta di caccia alle streghe, che si è scatenata da qualche tempo. Questo provvedimento di allontanamento immediato dall’Italia lo trovo sconcertante».

«Mio marito Haida – prosegue la moglie Salma – quando è andato via stamattina era abbastanza sereno, pensava di poter chiarire qualsiasi cosa rapidamente. Poi invece l’hanno riportato qui a casa A Camigliano per prendere alcuni effetti personali, spiegandoci che dovevano rimpatriarlo in serata. Aveva la faccia stravolta, la pelle del viso rossa, era confuso e come allucinato. Lo capisco perché questo per noi è un vero fulmine a ciel sereno». «Davanti ai bambini abbiamo cercato di restare calmi, ma è una cosa sconvolgente, soprattutto se si è convinti che questo provvedimento non ha alcun fondamento. La cosa più difficile ora è spiegare ai nostri figli perché papà non c’è. Lo ripeto, mio marito Abdelmounaim Haida non è un terrorista, non ha simpatie per in terroristi e non ha mai incitato all’odio verso l’Occidente. Adesso mi hanno detto che abbiamo due mesi di tempo per presentare ricorso contro questa espulsione. Ci siamo già rivolti a un avvocato e speriamo che tutto possa essere chiarito. Voglio essere fiduciosa, nonostante tutto».