Ecco la città che i turisti non devono vedere

Sempre più gli angoli del salotto buono in preda al degrado. E le guide, talvolta, cambiano itinerario per evitare di mostrare le pecche

Lucca, un giro tra il degrado

Lucca, un giro tra il degrado

Lucca, 29 marzo 2015 - Il giro turistico da evitare. Quello da cui le guide di professione, ma anche i ciceroni improvvisati, magari per mostrare le bellezze della città a amici e parenti, devono tenersi alla larga. Per non deprimere, se non peggio, i visitatori. Lucca offre tanto. Anche quello che sarebbe meglio non presentasse. Arredi urbani cadenti. Cantieri annunciati e mai avviati. Asfalti da mille e una sfumature di grigio. Buche. Sporcizia. Fili elettrici che calano come liane in una giungla dal sapore medievale. E ancora negozi storici chiusi. La città è disseminata di pugni nell’occhio, naturalmente non solo per i turisti, ma anche per chi ci abita e non si vuole arrendere alla sciatteria. Basta partire da porta San Donato, che in teoria, con l’apertura del nuovo terminal bus che somiglia a una costruzione tirolese nel parcheggio Palatucci, dovrebbe vedere il transito di un numero crescente di turisti.

Uno dei due camini posti sotto la porta è occultato. Da una vita. Chiuso dalla rete di un cantiere che partirà non si sa quando. Per non parlare del camminamento che conduce in piazzale Verdi: fango e acqua a go go. Davanti all’accoglienza turistica di Itinera, invece, blocchi di cemento da mesi e anche una bici abbandonata nel prato circostante. Cercate altre bici che sanno di vintage? Bene, in piazza della Magione c’è qualcosa che fa al caso vostro: legati alla statua dedicata a Carlo Angeloni, ci sono da tempi immemore i ruderi di una bici. Il cestino, ormai, è un pratico portarifiuti. E, a proposito di rifiuti, come non notare i sacchetti in pieno giorno presenti in piazza Cittadella che fanno da sfondo alla statua dedicata a Puccini tra frotte di turisti? O quelli che segnalano la Camera di Commercio all’angolo con via Veneto? Via Veneto che, come le altre zone dedicate allo scarico delle merci, presenta a tempo indeterminato orrendi cartelli segnalatori.

Se qualcuno tra i turisti che state accompagnando è a caccia di altro materiale vintage, è consigliabile una visita in cortile Carrara, in Provincia. Dove staziona da mesi un tavolino. Da anni, invece, è presente l’impalcatura in via Beccheria che ingabbia il palazzo ex Inail. Si attende solo un provvedimento della Soprintendenza che ne tuteli la storicità. Molto poco tutelati, invece, sono l’ostello della gioventù malinconicamente chiuso, e lo storico Caffé Di Simo. Una tristezza assoluta, sotto gli occhi di turisti a cui viene ricordato, come si fa con uno scomparso, le glorie di un tempo di uno dei caffè letterari più famosi d’Italia. La stessa tristezza che si può provare in corte Pini, a due passi da piazza San Michele, una corte dove l’edicola sacra è ormai perduta. Restano invece tracce in un cantiere e, tanto per cambiare, rifiuti. Che abbondano anche nei fossi cittadini. Una sorta di isola ecologica creata da malintenzionati. La chicca finale in piazza Anfiteatro: fili elettrici appesi peggio che gli stendipanni in un condominio. Sotto l’ingresso che ricorda il rifacimento della piazza da parte del Nottolini traversano tutta la porta. Converrà far alzare la testa ai turisti da un’altra parte e indicare con enfasi i romantici fiori dei terrazzini. Per amor di patria. Ovvero di Lucca.