Impiegata 54enne a processo per stalking. Ma la vittima è lui

Percosse e danneggiamenti: la donna lo perseguitava

Stalking al femminile

Stalking al femminile

Lucca, 17 febbraio 2015 - Una brutta e triste vicenda di stalking, con tutti i classici ingredienti: dalle minacce ai pedinamenti, dai danneggiamenti alle percosse, fino a che non era intervenuto il giudice con un provvedimento di immediato allontanamento dall’abitazione e dal luogo di lavoro del coniuge. Scene già viste in molti casi, purtroppo, ma con la sostanziale differenza che in questo caso la vittima è l’uomo e l’imputata l’ex compagna. Ruoli invertiti, stesso disastro. La vicenda è approdata ieri nell’aula del tribunale di Lucca davanti al giudice Simone Silvestri. Alla sbarra, con le accuse di atti persecutori, lesioni e danneggiamenti è finita un’impiegata pubblica di 54 anni. Parte civile il suo ex compagno, un commerciante di 55 anni che abita alla periferia di Lucca. E’ stato lui stesso a raccontare in aula la triste parabola del rapporto con la compagna, soffermandosi su alcuni episodi accaduti nell’ultimo anno di forzata convivenza. Un’escalation di soprusi, danneggiamenti e situazioni allucinanti. «Il nostro rapporto dopo dieci anni di convivenza – ha raccontato – si era ormai deteriorato, ma quando le dissi che volevo lasciarla lei iniziò a combinarmene di ogni genere. Disse che non sarebbe mai andata via di casa. Fu l’inizio di un incubo, per me e i miei due figli avuti dal precedente matrimonio. Un giorno aggredì me e il ragazzino più piccolo a calci e pugni, poi si scaglò anche sull’altro: chiamai la polizia e il 118. La portarono in ospedale, ma dopo fui costretto a riprenderla in casa. Era determinata a rendermi la vita impossibile. Scriveva cose deliranti su Facebook attribuendomi relazioni con le mie commesse. Lasciava aperti i fornelli del gas, il forno e i rubinetti in bagno, con rischi di incendio e allagamento della casa. Un giorno rischiai di rompermi l’osso del collo sui gradini di marmo, cosparsi di olio d’oliva. Poi trovai l’auto sfondata a colpi di pietra, la cucina danneggiata, i divani in pelle sventrati. Cominciai ad avere paura. Lei viveva nelle sue stanze, ma io e i miei due figli appena maggiorenni arrivammo a chiuderci a chiave in camera di notte per paura. Alla vigilia del Natale 2013 fui costretto ad assumere per un mese e mezzo una specie di portiere che stava in casa mia 24 ore su 24 per controllare cosa faceva lei durante la mia assenza. Fu aggredito anche lui...». Un vero incubo cessato solo dopo la denuncia presentata dal commerciante ai carabinieri di San Concordio. Un paio di mesi di indagini, poi fu la Procura a chiedere e ottenere dal gip nel febbraio 2014 un provvedimento di allontanamento della donna da casa e anche dall’ambiente di lavoro dell’ex compagno e dei figli. Ora il processo, che dovrà chiarire tutta la vicenda e le eventuali responsabilità penali della donna.