Il coltello tra i denti

Il caposervizio Remo Santini

Il caposervizio Remo Santini

Lucca, 24 maggio 2015 -  Certo che non ci si può proprio distrarre un attimo: quando meno te l’aspetti, ecco arrivare un nuovo... appuntamento elettorale. Beh sì, chi si tiene informato lo sa da tempo: eppure ogni volta che veniamo chiamati a eleggere un sindaco oppure a rinnovare il Parlamento, siamo portati a cadere un po’ dalle nuvole. Stavolta dobbiamo esprimere la nostra preferenza per il presidente della Regione e i consiglieri che dovranno difendere le istanze di Lucca, Piana, Valle del Serchio e Garfagnana. La campagna è sotto tono, specchio e riflesso della difficile congiuntura che stiamo attraversando oltre che del menefreghismo generale, condito dalla crescente disaffezione dalla politica. Si vota domenica prossima, e in qualche modo chi è causa del suo mal pianga se stesso. Perché anche la data scelta, alle porte dell’estate, certo non aiuta: poi ci si lamenta dell’astensionismo...mah. Mi chiedo sarcasticamente, visto che ci siamo, perché non farci andare alle urne direttamente a luglio oppure in agosto? Così magari siamo in ferie e nemmeno dobbiamo starci a pensare se partecipare o meno. Sembra quasi che il periodo venga individuato per evitare larghe affluenze, salvo poi stracciarsi le vesti per i flop a seguire. Non è tuttavia questo il punto della riflessione che mi interessa di più.

Tutti i candidati si dicono in grado di risolvere i problemi della Lucchesia meglio degli altri. Chi è già al governo non accenna a un minimo di autocritica, chi ha l’ambizione di rappresentare l’alternativa viaggia in ordine sparso.  Ed ecco che si accentuano le polemiche sui temi locali: i tagli alla sanità e il nuovo ospedale che funziona male, il rischio su una possibile invasione di immigrati, o il fallimento fin qui di un’amministrazione comunale piuttosto che un’altra. Ma in generale, a parte qualche logoro slogan sul fatto che dobbiamo contare di più in Toscana (perché quello lo diamo davvero per scontato...) manca una visione complessiva dello sviluppo che si vuole per questa nostra area geografica dal potenziale inespresso, e che non sappiamo sfruttare. Si dirà che è difficile pretendere un salto di qualità, quando non riescono a fare sistema tra loro nemmeno  le diverse zone in cui viviamo.  

Arrivati a questo punto, però, al di là della divisa partitica che indosseranno, gli esponenti della Lucchesia che verranno eletti dovranno presentarsi a Firenze con il coltello fra i denti (mi si passi l’espressione un po’ forte) e battere i pugni sul tavolo per chiedere la massima attenzione allo sviluppo dei nostri amati luoghi, o avere il coraggio di sposare progetti vantaggiosi, anche se questi sono portati avanti dagli avversari politici. Serve un nuovo punto di vista: si smetta di pensare ossessivamente al risultato delle successive elezioni, e si mediti di più  su quale territorio vogliamo lasciare in eredità alle nuove generazioni. Ci fa anche rima!  

[email protected]