Gli idioti e il razzismo

di Remo Santini

Remo Santini

Remo Santini

Lucca, 18 ottobre 2014 - Ci sono momenti e momenti. Periodi dove tutto andava bene (o magari sembrava...) e periodi in cui tutto pare andare storto e l’umore è sotto i tacchi. Quando tutto filava assai liscio e la crisi, il caro-vita e le tasse non mordevano come succede adesso, eravamo più tolleranti. Ora che lo scenario è opposto e siamo tartassati e assaliti da problemi a non finire (non ultimo quello di far quadrare i bilanci familiari) le stesse cose che un tempo ci davano meno fastidio, sono diventate veri e propri pugni nello stomaco. Mi riferisco in particolare all’escalation di episodi che nella nostra città, e più in generale sul territorio della nostra provincia, vedono protagonisti gli immigrati. Vi fermo subito, non pensate che voglia fare considerazioni che siano all’insegna della discriminazione: lungi da me. Eppure, se ripercorriamo alcune vicende degli ultimi giorni (volgendo lo sguardo anche agli ultimi mesi) direi che si puà parlare tranquillamente di campanello d’allarme: quattro marocchini giovedì hanno picchiato uno studente dell’Itis Fermi nell’atrio della scuola, perché questa estate aveva impedito un altro possibile pestaggio a Capannori. Sabato scorso tre albanesi hanno picchiato un altro alunno, stavolta al «Giorgi». Non passa poi settimana che carabinieri o polizia denuncino o arrestino sinti, rom e altri immigrati per furti o altri tipi di reato. Tanto che ormai, anche tra i cittadini più tranquilli, c’è una frase ricorrente nei  ragionamenti. Eccola...

Una frase detta ogni qual volta si discute di certe vicende: «Non sono razzista, ma...». La sento pronunciare spesso anche da chi, in passato, ha sempre criticato le posizioni di quanti vorrebbero che questi stranieri venissero tutti espulsi. Ebbene, sono il primo a dire che non bisogna fare di ogni erba un fascio, ma al tempo stesso è arrivato il momento che la politica si faccia sentire. Mi ha colpito il fatto che nessuna istituzione in questi giorni abbia avuto la sensibilità di intervenire sui violenti fatti avvenuti negli istituti superiori cittadini: un silenzio di tomba che reputo grave, così come quello di partiti e associazioni. Che avrebbero sicuramente inondato la stampa di prese di posizione, se magari gli autori delle spedizioni punitive fossero stati italiani e lucchesi con le «teste rasate» o in odore di essere vicini a qualche movimento estremista. Si tratta di due pesi e due misure davvero inaccettabili.  E’  proprio questa mancata condanna (e il non aver nemmeno pronunciato una parola di solidarietà per le vittime delle aggressioni e delle loro famiglie) che rischia di acuire le tensioni sociali, dando la sensazione che per la nostra classe dirigente sia un tabù criticare episodi di cui sono protagonisti gli immigrati. Basterebbe usare lo stesso metro per tutto: e mettere, nel respingere certi fenomeni e plaudire alle forze dell’ordine, lo stesso impegno profuso quotidianamente (peraltro con i soldi di tutti i contribuenti) nell’integrazione di questi extracomunitari sul nostro territorio. Insomma, che abbiano la pelle nera o bianca, siano di destra o sinistra, stranieri o italiani, voglio poter chiamare questi malviventi tutti allo stesso modo: idioti da sbattere al confino. Senza essere accusato di razzismo. [email protected]