La nomina alla Geal che fa scalpore: "Ogni socio può fare designazioni"

Il presidente Sensi spiega l'ingresso nel Cda di Carfì, ex di Publiacqua dimessosi dopo la vicenda della voragine di Firenze

Giulio Sensi, presidente Geal

Giulio Sensi, presidente Geal

Lucca, 24 giugno 2016 - Ha sorpreso. E per certi versi nemmeno poco. Non tanto per le qualità del soggetto, che nel settore è ben conosciuto, ma almeno per la tempistica e per la scelta di spedirlo con il ruolo di semplice consigliere nel Cda di una realtà come Geal, lui che è stato sino a pochi giorni fa amministratore delegato di un’azienda delle dimensioni di Publiacqua che gestisce l’acqua pubblica a Firenze e zone limitrofe. La nomina di Alessandro Carfì, appena dimessosi dopo la vicenda della voragine causata da una perdita idrica sui lungarni fiorentini, nel consiglio di amministrazione di Geal voluta dal socio privato Crea, detenuto a sua volta dalla multinazionale del business dell’acqua di Acea, fa discutere. E interrogare. Nell’azienda lucchese che distribuisce l’acqua e si occupa di fognature la parola d’ordine è il basso profilo.

Del resto, la scelta è stata compiuta in totale libertà da uno dei soci privati e la componente pubblica del Comune di Lucca, attraverso Lucca Holding, non ha potuto che prenderne atto. «I consiglieri di amministrazione sono designati dall’assemblea dei soci. Ogni socio – spiega laconicamente Giulio Sensi, presidente di Geal – può nominare un numero di rappresentanti in base alla quota di azioni possedute. Il Comune di Lucca ha nominato quattro rappresentanti fra cui il presidente. Veolia ne ha nominato uno. Il socio di minoranza Crea ha designato due membri: Andrea De Caterini, che è stato nominato dal nuovo consiglio amministratore delegato, e Alessandro Carfì». Punto. Ma gli interrogativi sulla scelta, anche considerando che Scarfì non avrà deleghe, restano. Anche per Fabio Barsanti di Sovranità che in una nota chiede chiarimenti al sindaco e allo stesso Sensi.

«La nomina di Carfì come semplice consigliere nel Cda Geal – dichiara Barsanti – non ci è molto chiara. Non per le modalità, legittime, bensì per lo scopo e il senso. A cosa punta Acea? Quali sono i suoi obiettivi? Sta forse mettendo gli occhi sull’acqua lucchese, per metterci un domani direttamente le mani? Non capiamo la necessità di inserire, come semplice consigliere, quindi senza incarichi direttivi o deleghe, l’ex amministratore delegato di Publiacqua. Ci chiediamo: vi è qualcosa dietro?. Crediamo che Tambellini e Sensi debbano fornire delle spiegazioni ai lucchesi. Se anche loro non fossero al corrente di quelle che sono le motivazioni che hanno spinto Acea a piazzare nella nostra città Carfì, tuttavia riteniamo che loro compito sia quello di informarsi quanto prima con i mezzi a disposizione, e tranquillizzare i cittadini circa le sorti della loro acqua, visto che i precedenti di questa amministrazione su gas e trasporto pubblico non rappresentano certo una garanzia di tutela ed indipendenza del patrimonio pubblico lucchese».