Estorsione al figlio minorenne, condannato a quattro anni

Sconcertante vicenda: il ragazzo gli era stato tolto dai giudici

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Lucca, 13 febbraio 2016 - Quattro anni di reclusione. Questa la pena inflitta ieri in rito abbreviato dal gup Riccardo Nerucci a un 55enne accusato di estorsione ai danni del proprio figlio minorenne e della famiglia alla quale era stato affidato, dopo che all’uomo (vedovo) era stata tolta la patria potestà. Rosario P., di origine napoletana e da anni residente a Lucca, era stato arrestato nel luglio scorso dalla Polizia su ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Silvia Mugnaini. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Piero Capizzoto e condotta dalla squadra mobile, era nata dalla segnalazione di una famiglia lucchese, affidataria di un minore e vittima appunto di un’estorsione da parte del padre naturale del ragazzo.

Il figlio minorenne dell’uomo si era presentato in Questura accompagnato dal genitore affidatario, con un vistoso ematoma al volto. I poliziotti avevano indagato, nonostante i timori di ritorsioni che manifestava l’uomo, anche per una telefonata giunta in loro presenza, in cui Rosario P. chiedeva all’estorto una ricarica di 25 euro sulla Postepay, altrimenti avrebbe spedito la famiglia affidataria in ospedale. Invero, quella richiesta era una delle tante ricevute dalla vittima, costretta a versare denaro pur di vivere serenamente. L’uomo, autorizzato dal tribunale per i minorenni a vedere il figlio in presenza dei servizi sociali, contravvenendo alla prescrizione, costringeva la famiglia affidataria a lasciare la propria abitazione e a trasferirsi altrove, occupandola insieme al figlio.

Era emersa una vicenda di minacce e richieste di denaro che andava avanti da mesi. Quasi quotidianamente, anche più volte al giorno, talora tramite il figlio minore, Rosario P. chiamava la vittima perché ricaricasse di denaro la sua Postepay. Voleva estorcere l’intera somma, pari a mille euro, che la famiglia affidataria percepiva quale contributo al mantenimento del minore affidato.