Denuncia per il rene sano asportato. E intanto anche il presidente Rossi sbotta

Clima teso in ospedale. L'Asl riunisce la commissione disciplinare

Guido Dal Porto, la vittima dell'errore medico (foto Alcide)

Guido Dal Porto, la vittima dell'errore medico (foto Alcide)

Lucca, 3 maggio 2016 - La Procura potrebbe aprire oggi stesso un’inchiesta penale sul clamoroso caso del rene sano asportato per errore a Guido Dal Porto, il paziente di 56 anni operato nel giorni scorsi al «San Luca» e al quale è stato invece lasciato solo l’organo sinistro, affetto da neoplasia. L’ex imprenditore di San Ginese si è affidato all’avvocato Veronica Nelli che oggi dovrebbe presentare una formale e circostanziata denuncia alla magistratura. Un esposto-querela necessario a far aprire un fascicolo alla Procura, dato che il reato ipotizzato, quello di lesioni colpose gravisssime, è di fatto perseguibile solo a querela di parte. Logico che vengano acquisite presto cartelle cliniche e altri documenti inerenti la sconcertante vicenda, per chiarire fino in fondo cosa sia accaduto e le eventuali responsabilità specifiche a livello penale.

Intanto la vicenda continua a creare grande sconcerto e imbarazzo anche a livello politico. Sbotta anche lo stesso presidente della Regione, Enrico Rossi. «L’errore che è stato fatto – sottolinea il governatore – è senz’altro grave e ingiustificabile. La domanda che mi pongo è se i responsabili conoscessero personalmente il paziente o se invece si è agito in modo automatico. A quanto mi risulta esistono linee guida che richiedono all’équipe, prima degli interventi operatori, di dichiarare se i medici conoscono il paziente e il suo problema. E’ insomma inimmaginabile che si entri in sala operatoria senza che si conosca il paziente. Le linee guida sono buone pratiche e non leggi, che in sanità vengono adottate proprio allo scopo di evitare quanto più possibile che ci siano errori, anche se il rischio zero non esiste».

«Non conosco nel dettaglio la situazione dell’ospedale di Lucca – sottolinea Rossi – e quello che è effettivamente avvenuto. Quello di cui sono convinto è che di fronte a questi episodi tutto il sistema sanitario toscano deve interrogarsi per innalzare le soglie di sicurezza. C’è un modo per farlo: verificare se nel mondo esistano linee guida, cioè buone pratiche per migliorare i comportamenti e nel caso adottarle, adeguandole alla nostra realtà. Aggiungo che se qualora non esistessero, ritengo opportuno che di fronte a quanto accaduto la comunità medica e la sanità toscana si impegnino a elaborarle. Nulla può essere dato per scontato, non si può parlare di fatalità e il miglioramento è sempre possibile, anche imparando dagli errori più gravi, come a Lucca. L’assessorato è impegnato in questo senso».

Intanto, mentre si attendono al «San Luca» gli ispettori ministeriali annunciati dal ministro Beatrice Lorenzin, domani si riunirà la commissione disciplinare dell’Asl Toscana nord ovest che valuterà la posizione dei due medici, la radiologa Claudia Gianni e l’urologo Stefano Torcigliani, dopo il grave errore che ha portato all’asportazione di un rene non malato al paziente. Verrà invece stabilita oggi la composizione della commissione, formata da tecnici, chiamata dalla Direzione sanitaria a valutare l’esatta dinamica dei fatti. «Si stanno quindi portando avanti – sottolinea l’Asl – le azioni necessarie per fare pienaluce su quanto avvenuto e sulle responsabilità di una vicenda drammatica e dolorosa anche per tutto il personale sanitario». L’Asl Toscana nord ovest evidenzia che «il personale sanitario del carcere, che ha seguito fin dall’inizio il paziente curandolo in maniera da lui stesso definita soddisfacente, fa parte anch’esso dell’Asl e ha lavorato in sinergia e in pieno accordo con gli operatori dell’ospedale San Luca, dove poi è stato purtroppo compiuto il drammatico errore». L’Asl ribadisce anche la «piena disponibilità a venire incontro a tutte le esigenze del paziente per un successivo percorso terapeutico».