In ottomila per il volo degli "Eagles": Summer festival, una partenza sprint

Grande serata in piazza Napoleone. Metà del pubblico era straniero

Gli Eagles in concerto al Lucca Summer Festival (foto Alcide)

Gli Eagles in concerto al Lucca Summer Festival (foto Alcide)

Lucca, 3 luglio 2014 - NON POTEVA iniziare meglio, il Lucca Summer Festival, edizione numero 17, se non con l’annunciato «sold out» per gli Eagles: circa 8mila, per gli organizzatori, gli spettatori in piazza Napoleone, tra i quali Zucchero Fornaciari, il medico della Nazionale Enrico Castellacci, il presidente onorario del festival Alan Friedman. Assente (notato) il sindaco, presente il vice sindaco Ilaria Vietina. Tanti, poi, quelli piazzati in piedi anche oltre le transenne per «carpire» almeno un po’ di musica. La band americana, nel suo unico concerto italiano, ha tenuto inchiodati (si fa per dire, vista la partecipazione anche fisica dei presenti), per quasi due ore, i fan provenienti da ogni parte d’Italia e (almeno metà) da tantissimi Paesi esteri. La piazza, chiusa alle 18, si è svuotata in una mezz’ora, per poi riempirsi di nuovo, a partire dalle 19,45. quando sono stati aperti i «cancelli» ai possessori del biglietto.

L’AFFLUSSO è stato tranquillo, visto che i posti migliori, a sedere, erano ovviamente numerati, mentre chi aveva il tagliando per il posto in piedi ha cercato, come è normale, di conquistarsi una posizione quanto più possibile vicina e/o meno scomoda. L’attesa si è consumata in modo altrettanto tranquillo, fino all’ingresso della band, accolta con un boato dalla folla, intorno alle 21,25. Tra le novità viste per questa edizione del festival, la barriera posta in piazza del Giglio, che anziché filare dritta dal Teatro, passare alle spalle del monumento a Giuseppe Garibaldi e terminare all’altezza del ristorante Giglio, dopo il monumento stesso va ora in diagonale fino all’ingresso dell’hotel Universo, lasciando molto più spazio e aria sia alle due strutture, sia a chi staziona o passa all’esterno della zona concerto. Per la prima volta, inoltre, sono stati introdotti badge e tornelli per l’accesso alla tribuna ospiti e alle altre zone riservate.

TREDICI anni dopo la loro prima apparizione al Summer Festival (era anche la prima volta assoluta in Italia), i quattro musicisti americani hanno offerto uno spettacolo con filmati e scenografie, collaudando alla perfezione il nuovo palco allestito dalla D’Alessandro & Galli, più versatile rispetto al passato e in grado di ospitare qualsiasi set in dotazione ai diversi artisti. La scaletta, inaugurata da «How long», ha raccolto le maggiori hit di oltre quarant’anni di carriera: brani quali «Lyin’ eyes», «Tequila Sunrise», «I can’t tell you why», «Heartache tonight» e «Life in the fast lane» hanno entusiasmato una platea partecipe e a tratti commossa, coinvolta in un emozionante viaggio, soprattutto acustico, a ritroso nel tempo, con musiche che in gran parte non accusano il peso degli anni.

COSÌ come le quattro «aquile»: Don Henley, Glenn Frey, Joe Walsh e Timothy B. Schmit hanno dato prova di essere ancora «in sella» e tutto sommato di divertirsi ancora un mucchio.Ma l’apoteosi è arrivata nei bis, quando è partito l’inconfondibile «attacco» di «Hotel California», cantata quasi all’unisono dalla piazza, seguita da «Take it easy» e «Desperado», in una sequenza che ha rischiato di minare la resistenza emotiva dei fan più... attempati (e ce n’erano parecchi), che hanno così potuto lasciare la piazza con gli occhi, le orecchie e la mente pieni di quelle storie e di quelle suggestioni che hanno fatto la storia, anzi, la leggenda, della band californiana, autrice di pagine indelebili nella storia della musica.