Due imprenditori arrestati per bancarotta

Guardia di Finanza, scoperti falsi verbali assembleari e sede legale inesistente

Controlli della Guardia di finanza (foto d'archivio)

Controlli della Guardia di finanza (foto d'archivio)

Lucca, 29 luglio 2014 - Un giro di fatture fasulle per evadere l’Iva, scritture contabili distrutte, beni sottratti al fallimento per 120mila euro, una sede legale inesistente, un debito col fisco che ha raggiunto 1,6 milioni di euro, passaggi societari «acrobatici» (dipendenti e macchinari ceduti gratuitamente, subito prima del fallimento, a società di comodo), una bancarotta fraudolenta «pilotata» e addirittura un amministratore che operava sotto falso nome grazie a documenti «taroccati» che avevano ingannato persino un notaio. E non siamo nella Repubblica di Bananas, ma a Lucca, tra il 2009 e la metà del 2013. E' un mix esplosivo quello scoperto dalla Guardia di Finanza di Lucca, nell’ambito di un’inchiesta della Procura, diretta dal pm Piero Capizzoto, che ha portato all’arresto di due imprenditori, ex amministratori della «Ma.Gi. Plast srl» di via dell’Aione a Sorbano. In carcere sono finiti Marco Del Dotto, 52 anni originario di Monte San Quirico e abitante alla SS.Annunziata, e Massimiliano Brigotti, 44 anni di Roma. Quest’ultimo è accusato di aver sempre agito sotto il falso nome di Massimo Ciarli, con il quale aveva addirittura assunto la carica di amministratore unico dell’azienda di materie plastiche dal luglio 2009 al gennaio 2013, ingannando varie uffici pubblici e anche un notaio lucchese, grazie a una carta d’identità e a una tessera sanitaria falsificate.  Nessuna misura cautelare invece a carico degli altri due indagati, un62enne piombinese residente a Campiglia Marittima (indicato come amministratore di fatto) e una donna di 47 anni romana, amministratore della «Ma.Gi.Plast» negli ultimi mesi di vita dell’azienda fallita il 20 maggio 2013. I reati contestati, nell’ordinanza firmata dal gip Marcella Spada Ricci, vanno dalla bancarotta fraudolenta, alla bancarotta documentale, dalla falsità ideologica a quella materiale, nonché dall’emissione di fatture soggettivamente inesistenti, alla distruzione delle scritture contabili e all’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi. Alla «Ma.Gi.Plast» sarebbero stati sottratti beni per 120.000 euro, attraverso il ricorso a molteplici pagamenti senza causa del tutto ingiustificati, nonché all’impiego di amministratori di facciata a copertura di quelli di fatto. Brigotti, alias Ciarli, insieme a Del Dotto (rimasto comunque amministratore di fatto) aveva indotto in errore un notaio negli atti dei verbali di assemblea, già a partire dal luglio 2009. Praticamente la «Ma.Gi. Plast» da allora era amministrata da un «fantasma». Falsa anche la «nuova» sede legale in via della Canovetta 21 a San Pietro a Vico, risultata inesistente: un depistaggio per i creditori. Sottratta e distrutta la contabilità, per non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, ma anche per evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Le indagini della sezione di pg della Finanza hanno accertato anche un disinvolto passaggio di dipendenti, nonché la cessione a titolo gratuito di attrezzature ed avviamento, ad una società compiacente che aveva stessa sede (via dell’Aione a Sorbano) e il medesimo oggetto sociale della «Ma.Gi. Plast» appena fallita. Il tutto nonostante un debito tributario di ben 1.607.000 euro.