Rapporto benessere, troppi dati negativi: disoccupazione giovanile da record

E' quanto emerge dalla 'radiografia del benessere' presentata a Palazzo Ducale. Male anche infortuni, aspettative di vita, abbandono degli studi

Giovani in cerca di lavoro

Giovani in cerca di lavoro

Lucca, 27 novembre 2015 - Il lato oscuro del Bes (Benessere equo e sostenibile) riguarda le criticità. La prima è relativa alla speranza di vita alla nascita, soprattutto tra i maschi. La speranza di vita alla nascita è un indicatore che dipende dai tassi di mortalità attuali e che, pertanto, fornisce una fotografia dello stato di salute complessivo di una popolazione. Il risultato non positivo per la componente maschile provinciale, con un’aspettativa alla nascita inferiore di circa 1 anno e mezzo rispetto allo standard regionale, dipende soprattutto da un’incidenza superiore alla media di mortalità per tumori e malattie respiratorie presso la popolazione anziana. Poiché tali malattie presentano un periodo di latenza piuttosto lungo, il risultato attuale dipende presumibilmente, oltre che da fattori genetici, da fattori ambientali pregressi. Gli studi epidemiologici disponibili indicano una tendenza verso tassi di mortalità più vicini alla media regionale per le generazioni nate a partire dagli anni sessanta in poi.

La nostra provincia segna il passo, poi, sulla quota di giovani (18-24 anni di età) che hanno abbandonato precocemente gli studi senza conseguire un titolo di studio superiore (21,6%), dato che supera di circa 7 punti la media regionale e che, in prospettiva, certo non rappresenta il miglior viatico per colmare il ritardo che ancora riguarda la percentuale di persone in età lavorativa con al massimo la licenza media (49,2%). Sul fronte occupazionale il Bes è allineato alla media nazionale per quanto riguarda il tasso (22,2%) di mancata partecipazione al lavoro (15-74 anni), ma il divario è netto se si confronta il dato a livello regionale (15,6%); il tasso di occupazione (20-64 anni) è lievemente peggiore rispetto al dato nazionale ma è sul tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) il dato più preoccupante (41,4%) rispetto alla media regionale (25,9%) e a quella nazionale (31,6%). Criticità anche per i tassi di rischiosità e di rischiosità grave per infortuni sul lavoro e l’indice di sovraffollamento delle strutture carcerarie che schizza a 147,3% in provincia di Lucca rispetto al 97,9% della Toscana e al 108,3% della Nazione. La differenza tra le retribuzioni maschili (più alte) e femminili è più marcata che altrove.

Non bene la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili (22,1%) che è nettamente inferiore allo standard regionale che si attesta sul 40%; su questo aspetto influisce la centralità della produzione idroelettrica legata a fattori storici e di struttura del territorio che contribuisce a servire aree collocate fuori provincia. I consumi di elettricità per uso domestico e di acqua potabile sono superiori alla media regionale. Sul fronte culturale è basso il numero dei visitatori nelle strutture museali pubbliche e private, che appare in stridente contrasto con la buona dotazione esistente degli spazi dedicati. Non soddisfacenti vengono valutati i dati sul tasso di innovazione (brevetti in rapporto agli abitanti) che sono al di sotto della media regionale (88,2) e di quella nazionale (75,2). Infine risulta bassa la percentuale di donne che siedono nelle amministrazioni comunali (25,4%), rispetto al 33% della Toscana e al 26,6% del dato nazionale.