Lucca, 22 dicembre 2014 - Forniscono numeri precisi. Un modo per fare il punto su quanto fatto dalla Provincia e di quanto, invece, è a rischio con i tagli. Anche ieri, dunque, presidio da mattina a sera dei lavoratori di Palazzo Ducale che «urlano» il loro «no» alla legge di stabilità, «una manovra – dicono – che taglia 3 miliardi in tre anni e che rischia di eliminare i servizi oggi offerti provocando situazioni di dissesto finanziario in quasi tutti gli enti». E dunque i dati. Solo per la scuola la Rsu ricorda come lo scorso anno sia stato speso dalla Provincia oltre 1 milione e mezzo di euro per l’orientamento, i percorsi di istruzione e formazione, i contributi agli studenti per il diritto allo studio, il trasporto scolastico degli alunni disabili nelle scuole superiori, la compartecipazione ai progetti didattici per il sostegno dell’handicap, i progetti educativi zonali, le attività di educazione ambientale nelle scuole. E, visto che il tema dei giovani comunque è legato a filo doppio con quello delle scuole, in molti si chiedono ancora che fine farà l’esperienza del Cantiere giovani sul Brennero.
SECONDO I dipendenti della Provincia, con l’eliminazione dell’Ente ci sarà «meno istruzione pubblica – dicono –, meno manutenzione delle scuole, meno iniziative culturali per i giovani. Chi si occuperà del riscaldamento, dell’energia elettrica, dei lavori ordinari e straordinari nelle scuole superiori? Chi offrirà pari opportunità a tutti i giovani per l’accesso all’istruzione? Dal 1 gennaio questi ed altri servizi non saranno più garantiti». Intanto «Per Lucca e i suoi paesi» ricorda la propria battaglia contro l’abolizione delle province evidenziando che «si sarebbe presto risolta in un bagno di sangue per le città medie e in particolare per la nostra Lucca». «La vaghezza del testo – dicono al movimento politico – lascia supporre che le funzioni di area vasta saranno esercitate in parte da unioni libere di comuni, in parte dalle regioni. Di fatto, mentre media valle del Serchio, Versilia e Garfagnana hanno riorganizzato le unioni di comuni, nella pianura di Lucca il tema non è stato nemmeno affrontato dai sindaci. In queste condizioni il destino degli uffici e dei loro dipendenti è fatalmente alla mercé del governo e della regione, cosa che non lascia presagire nulla di buono. Quasi 250 dipendenti della Provincia, che oggi hanno la loro sede di lavoro a Palazzo Ducale, rischiano di essere trasferiti in altre sedi più o meno lontane da Lucca».