"Mi hanno chiesto aiuto ma volevano rapinarmi"

Nave. La denuncia di una residente

I ladri  acrobati

I ladri acrobati

Lucca, 28 febbraio 2015 -  «NON c’è alcun dubbio. Qui a Nave i residenti come me, e siamo in tanti, hanno ormai letteralmente paura a camminare in giro per strada». E’ la denuncia di una signora che, peraltro, ha già di recente subito un’incursione dei ladri nella sua abitazione proprio in quella zona. «Sono troppi e all’ordine del giorno gli episodi criminosi che si registrano – racconta ancora la donna – l’ultimo è avvenuto pochi giorni fa. Una giovane aveva accompagnato il figlioletto a scuola e aveva naturalmente lasciato la macchina poco distante; senza immaginare quel che le sarebbe accaduto. In pratica le hanno spaccato il vetro dell’abitacolo per portare via la borsetta lasciata dentro sul sedile. Aveva tutto con sé, dalle chiavi al cellulare e, dal momento che oltretutto la donna si trova in stato interessante, probabilmente ha avuto un mancamento. Fatto sta che si è reso necessario l’intervento di un’ambulanza: era sotto choc». Certamente l’emergenza sicurezza c’è, basta pensare ai molti episodi che ormai si verificano in pieno giorno o peggio ancora mentre i padroni di casa si trovano nella loro abitazione magari all’ora di cena. «Vorrei segnalare anche un fatto accaduto a me personalmente – racconta ancora la residente di Nave – Io faccio volontariato all’ospedale e, come spesso accade, mi trovavo sulla navetta che da Nave porta diretti al San Luca. Dietro all’autobus c’era un’auto che seguiva molto da vicino. A un certo punto sono dovuta scendere: ho prenotato la fermata e aspettato che si aprissero le porte».

«APPENA messi i piedi a terra è scesa dall’auto una donna con accento straniero che si è avvicinata per chiedere la direzione per il San Luca. Ha precisato che meglio avrei fatto a dare le indicazioni alla sua amica, che era alla guida, perché parlava italiano. Appena mi sono affacciata al finestrino ho sentito slacciare il bracciale d’oro dal polso e una di loro mi ha afferrato la mano per sfilarmi un anello con lo zaffiro. Ho gridato, si sono impaurite. Sono scappate. Ma io dico, dove andremo a finire?».

Irene Carlotta Cicora