Lucca, 22 aprile 2014 - L’anima vola, dagli abissi fatti di tenerissima seta attraverso inesorabili labirinti che strizzano l’occhio al monumentale Django di Quentin Tarantino. Elisa torna al Summer Festival di Lucca, in piazza Napoleone, il 17 luglio per una data del suo attesissimo tour che la riporta in pista dopo lo “stacco” della maternità e la nascita del piccolo Sebastian. Il nuovo album, che dà il titolo anche alla tournée, si intitola “L’anima vola”. Si tratta dell’ottavo cd di inediti per la cantante triestina, ma ciò che lo rende speciale è il fatto di essere cantato tutto in italiano.
Questa scelta è un destino, un percorso che si compie?
«Credo che sia una delle tappe del mio cammino artistico ma non la definirei una vera e propria svolta. Voglio dire è semplicemente arrivato, dopo tanto rimandare, il momento giusto per cantare un intero album nella mia lingua madre: non so dire se sarà il primo di una serie o se invece resterà un unicum. Fatto sta che “L’anima vola” mi rappresenta in tutta la mia spontaneità, è un disco importante. C’è stata un’alchimia di fattori che ha dato il risultato giusto: ho un’altra età, rifletto in maniera diversa sulle cose. E poi naturalmente la maternità è stato un passaggio focale per me, anche mentalmente».
L’album ha l’aspetto di un viaggio attraverso l’anima, è un po’ parente di quel “Labyrinhth” degli esordi. Ma ora, per citare alcuni dei nuovi brani, lei è “Ancora qui” o “Lontano da qui”?
«Direi che sono ancora qui – ride – anche se in effetti viaggio e ho sempre viaggiato molto con la testa. Non cambierò mai. Ma resto coi piedi per terra perché ho un grande senso pratico. Vivo giorno per giorno, anche la realtà che mi circonda».
«Ancora qui» fa parte della colonna sonora del film premio Oscar “Django” di Quentin Tarantino. Una grande emozione “ascoltarsi” al cinema? E la collaborazione con il maestro Morricone?
«E’ stata una cosa incredibile, uno dei momenti più alti della mia carriera. E’ nato tutto da una serie di coincidenze a dir poco incredibile. Quella che ascoltate nel film è la mia demo, realizzata nell’home studio con me che suono gli strumenti. Avrebbe dovuto essere destinata ad Ennio Morricone, ma Tarantino si è innamorato di quella versione e l’ha inserita così, nuda e cruda, nel film».
“Lontano da qui” è piena di riferimenti alla trappola el materialismo...
«Sì, ho voluto raccontare il bisogno di evadere che abbiamo. Quello che però ci porta a vagare disperati nei mega centri commerciali. Inutile dire che dobbiamo svegliarci e tornare coi piedi per terra. O, in alternativa, a sognare realtà diverse e possibili».
“Un filo di seta negli abissi” è un po’ la canzone simbolo dell’album: la stessa immagine che vedremo sul palco del Summer Festival?
«A Lucca per me sarà un gradito ritorno, dopo l’esibizione sempre in piazza Napoleone del 2007. La trovo molto intima, un vero nido ideale per chi come me adora interfacciarsi con il suo pubblico. Ci tufferemo nel passato per dirigerci senza freni nel mio mondo presente».
Un tour estivo impegnativo, i suoi bambini la seguiranno in giro per l’Italia?
«Naturalmente. Emma e Sebastian sono i miei primi fan. Anche se per addormentarli non canto le mie canzoni: per loro solo “super classici».
Quali?
«‘Nella vecchia fattoria’ e una collezione completa dell’intramontabile Peppa Pig».