Vania, un anno dopo. Bruciata viva dall’ex compagno

I dati del Codice Rosa per Lucca e Castelnuovo: «In sei mesi denunciati 200 casi di abusi»

Il saluto a Vania

Il saluto a Vania

Lucca, 2 agosto 2017 - Vania Vannucchi, un anno dopo. La sua brutale uccisione ha segnato, come probabilmente poche volte nella storia la nostra comunità. La ferita aperta con la sua morte è tutt’altro che chiusa, ma a un anno di distanza da quel drammatico epilogo i dati sulle violenze che continuano a essere perpetrate, in particolare su donne, bambini e anziani, rendono ancora più urgente un cambiamento di mentalità.  Un nuovo modo, già, ma quale, visto che negli ultimi anni le violenze non sono diminuite e al contrario segnano una recrudescenza soprattutto tra i minori, di approcciarsi al terribile fenomeno della violenza, che molto spesso avviene tra le mura domestiche.    Piera Banti, medico e coordinatrice del Codice Rosa per Lucca e Castelnuovo Garfagnana, è convinta che ci sia ancora tanto da fare. Prima di tutto sul piano delle prevenzione. «Dalla morte di Vania – afferma – l’attenzione delle istituzioni al problema della violenza è cresciuta. Sono cresciuti anche gli stanziamenti, di circa 55mila euro, da parte della Regione, denaro fondamentale per garantire il funzionamento dei centri antiviolenza dove si possono aiutare le vittime con un percorso di recupero e di assistenza».  Manca ancora tanto, però, nella fase della prevenzione.  «Da questo punto di vista – prosegue – la strada è lunga, basti pensare al fatto che le somme spese per la prevenzione sono incommensurabilmente inferiori rispetto a quelle impiegate per i casi di violenza acclarata. Alle istituzioni chiediamo maggior impegno proprio su questo fronte. E non va dimenticato che sono le donne a dover denunciare le situazioni: è fondamentale, spesso per evitare il peggio».  A Lucca il quadro non è confortante. Vania sembra per certi versi essere già dimenticata, quasi che il suo sacrificio non fosse servito almeno come monito.  «Da gennaio a giugno 2017 si sono registrati circa 200 casi di violenza denunciati – precisa Banti – tenga conto che su base annua si va intorno ai 370-400 casi, 120-130 dei quali con minori come vittime. Con una particolarità: mentre tra gli adulti il 99% delle situazioni riguarda donne, tra i minori siamo circa a metà: tanti bambini per tante bambine vittime di violenza. Solo negli ultimi giorni ho notizie di tre casi che riguardano minori».  Accanto ai bambini, ecco un altro terribile segnale dei nostri tempi: l’abbandono, la violenza sugli anziani, ai margini del tessuto produttivo e spesso visti come un problema.  «D’estate siamo arrivati al punto che vengono abbandonati gli anziani quasi più che cani e gatti – aggiunge – non sono rari i casi di persone in avanti con gli anni lasciati al pronto soccorso. Ancora meno rari i casi di violenze da parte di coloro che si dovrebbero occupare di loro».