"Mi hanno tolto il rene sano. E non ho ricevuto un euro"

Lucca, dramma infinito: «Non ho più soldi per le cure»

La vittima dell'errore medico, Guido Dal Porto (foto Alcide)

La vittima dell'errore medico, Guido Dal Porto (foto Alcide)

Lucca, 17 settembre 2017 - «SONO passati diciassette mesi da quel maledetto giorno in cui in ospedale a Lucca mi hanno tolto per errore il rene sano, lasciandomi quello colpito dal tumore. Tutti pensano che l’Asl mi sia stata vicino dopo aver scoperto il clamoroso guaio che avevano combinato. Invece no, non ho visto un euro, sto finendo i soldi per pagarmi le visite e mi sento anche preso in giro. Hanno detto al mio avvocato che non vedono la necessità di anticiparmi una somma per le spese che sto sostenendo, visto che l’Asl formalmente non è neppure sotto processo, mentre lo sono i tre medici del “San Luca” coinvolti...».

E’ INFURIATO Guido Dal Porto, l’imprenditore lucchese di 57 anni protagonista suo malgrado del clamoroso scambio in sala operatoria, che risale ormai all’aprile 2016. Per una svista incredibile, gli tolsero il rene destro (come indicato erroneamente nella Tac) ma quello malato era il sinistro. Per quella vicenda di malasanità sono ora sotto processo per lesioni personali gravissime, aggravate da colpa medica l’urologo Stefano Torcigliani, che eseguì l’operazione, l’aiuto chirurgo Giuseppe Silvestri e la radiologa Claudia Gianni. Prossima udienza il 12 ottobre, con la costituzione di parte civile anche contro l’Azienda sanitaria, ma intanto l’Asl fa orecchie da mercante alla richiesta di risarcimento (ampiamente superiore al milione di euro) avanzata dal legale di Dal Porto, l’avvocato Veronica Nelli.

«IO QUI comincio a non avere più soldi per visite e cure – lamenta Guido Dal Porto – e mi sono sentito rispondere che loro non tirano fuori un euro per ora. In questi diciassette mesi ho speso quasi diecimila euro di tasca mia, per seguire i protocolli. Ma ora dovrò diradare queste visite che mi costano più di 400 euro al mese. La mia è una famiglia modesta, dall’ospedale avevano promesso di sostenermi, ma si sono volatilizzati. Vorrei ricordare all’Asl e alla Regione che da quasi un anno e mezzo sono rimasto con un pezzo di rene, salvato solo grazie al dottor Massimo Cecchi che eseguì un delicatissimo intervento conservativo sull’organo malato».

«HO un’invalidità del 90% e anche un diabete da stress dal maggio scorso, – sottolinea l’imprenditore – con 104 unità di insulina al giorno. L’Asl aveva promesso di valutare a livello regionale la mia posizione in merito al risarcimento, ma c’è stato l’ennesimo rinvio per ragioni pretestuose. Burocrazia, credo. Ma adesso basta. Non capisco se l’idea è di attendere che muoia, così... costerei meno. Lo so è una provocazione, ma credo che nessuno vorrebbe trovarsi nella mia situazione, con la vita appesa a un filo. Oppure finirà che dovrò andare io a scusarmi con i medici per l’errore in sala operatoria.

INTANTO un altro caso è stato «archiviato» dall’Asl di Lucca. Quello della 27enne Sarah Del Bianco, entrata in ospedale a Lucca nel settembre 2014 per «bombardare» i calcoli al rene destro e svegliatasi dal coma una settimana dopo senza l’organo. Aveva chiesto i danni all’Asl, contestando (con tanto di perizia) una manovra maldestra dell’urologo, ma ora le hanno risposto che non ritengono di avere responsabilità. Anche lei «euro zero».