"La nostra priorità? Dare giustizia e tranquillità a chi vive nel territorio"

Il dottor Suchan: "Ho una buona squadra, il mio compito è motivarla"

Il  procuratore capo Pietro Suchan (foto Alcide)

Il procuratore capo Pietro Suchan (foto Alcide)

Lucca, 23 settembre 2016 - Da pochi giorni si è insediato come nuovo procuratore capo a Lucca. Ma il dottor Pietro Suchan, 67 anni il prossimo 2 ottobre, ha le idee chiare. Forte della sua esperienza di magistrato Antimafia, di sostituto procuratore a Firenze e poi all’Aja come membro di Eurojust, si è messo subito al lavoro per motivare la sua «squadra» di pm. «Lucca – sottolinea il procuratore Suchan – ha un territorio molto bello ma certamente variegato, la Versilia è molto diversa da Lucca e questa dalla Garfagnana. Ho fatto una prima ricognizione. Cerchiamo di accelerare alcune situazioni, ma ho trovato un ufficio all’altezza dei compiti, gestito molto bene dal punto di vista organizzativo, anche come spirito di lavoro e dedizione da parte dei colleghi e del personale, della polizia giudiziaria, un ottimo collegamento con le forze di polizia. Faremo un bel lavoro».

«Gli organici? Quello – sottolinea il procuratore – è un problema generale, purtroppo, ma rispetto ad altre realtà non siamo troppo penalizzati. Ce la facciamo. Le nostre priorità sono i reati predatori come furti in casa, scippi, rapine, spaccio sfrenato alla luce del sole, cosa che non è ammissibile ovviamente, poi l’attenzione alla corretta gestione della cosa pubblica, tutela del paesaggio, degli animali. A questo proposito ho notato casi di animali uccisi, bocconi avvelenati, realtà che sembrano piccole ma che alla fine compongono la qualità reale della vita. In definitiva puntiamo a dare tranquillità e serenità a chi vive nel territorio: giustizia». «Quanto ai processi, speriamo di farli in tempi più rapidi possibile. Io stesso interverrò nei procedimenti più rilevanti, sono un procuratore attivo, ma ho massima fiducia nei colleghi. Abbiamo gruppi di lavoro specializzati. Sono 5 gruppi: reati contro la famiglia, reati tributari, pubblica amministrazione, ambiente e urbanistica, infortuni sul lavoro. Il punto è dare stimoli, motivare. Come? Magari, che so... replicando, ma non lo farò, al ministro Delrio... (per le dichiarazioni sulla strage di Viareggio, ndr)».

«Direi che la prospettiva è lavorare nella continuità, con qualche piccolo aggiustamento. Ho ottimi rapporti con le altre istituzioni. Quasi tutte... Sì quasi.. l’interpretazione la lascio a voi. Abbiamo realtà problematiche di maghrebini, albanesi in certi ambiti di reato, ma qui ci sono forze di polizia gestite molto bene, e c’è anche un ottimo controllo sociale. La città partecipa molto, è attiva, presente, attenta a quello che fa la giustizia. La mia esperienza a Eurojust? Sì, mi è stata utile per i reati finanziari e per le nuove modalità di investigazione transnazionale, strumenti nuovi ed efficaci».