"Snai, altro ultimatum ai lavoratori. Non trattiamo, né ora né mai"

E' ancora vento di tempesta: "Gli accordi? Si fanno solo con i sindacati"

Presidio fuori dallo stabilimento Snai di Porcari

Presidio fuori dallo stabilimento Snai di Porcari

Porcari (Lucca), 30 settembre 2016 - «Bypassati ancora una volta i tavoli ufficiali della trattativa. Cosa pensa l’azienda, di creare una spaccatura tra i lavoratori? E invece no, noi siamo coesi, decisi e trasparenti tra di noi. La nostra posizione è e rimane una sola: la riorganizzazione deve passare da accordi sindacali e non da accordi individuali». Tira ancora vento di tempesta tra i lavoratori Snai di Porcari, una manciata di giorni dopo quello che già il gruppo aveva definito «ultimatum» su possibili trasferimenti, ventilato attraverso alcune mail che l’azienda avrebbe mandato a un selezionato gruppo di dipendenti. Stavolta a scuotere la vertenza e a incrinare sempre più i rapporti, già tesi, non una mail né una lettera, ma una convocazione da parte dei responsabili del reparto amministrativo (e non solo, a quanto pare), arrivata nella giornata di mercoledì e resa pubblica dai lavoratori la sera stessa.

«Ai lavoratori – spiegano – è stato verbalmente proposto un part-time a 4 ore facendo intendere velatamente che si tratti di una possibile alternativa al licenziamento. Questa decisione deve essere presa entro il 10 ottobre (data che coincide col prossimo incontro sindacale). Alla fine anche questo ha il retrogusto di un ultimatum: o accetti il part-time o rischi di perdere il posto. E poi, chi ce lo dice che accettato il part-time non si finisca comunque nella ‘rosa degli esuberi’? Quello che più sconcerta è che l’azienda continua ancora a intraprendere iniziative non concordate ai tavoli sindacali, proporle a frazioni di dipendenti, utilizzando questa volta i singoli responsabili e magari aspettandosi pure che la notizia non trapeli facendola circolare verbalmente».

«Anche questa mossa pare voler gettare i lavoratori nella confusione, a voler istigare reazioni di pancia e creare ulteriori divisioni al nostro interno. Ma la nostra posizione è e rimane una sola: la riorganizzazione deve passare da accordi sindacali e non da accordi individuali. Anche in questo caso, ferma restando la libertà di scelta di ognuno, crediamo che tale proposta non debba avere alcun seguito da parte dei lavoratori e per diversi motivi. Tra questi c’è il fatto che il termine del 10 ottobre per decidere è molto eloquente, visto che quello stesso giorno ci sarà l’incontro dei vertici aziendali e dei sindacati per la trattativa, e forse all’azienda tornerebbe comodo presentarsi con un piano già semi-attuato. Siamo perfettamente consapevoli che possiamo ottenere di meglio e siamo aperti al confronto e alla collaborazione e a questo auspichiamo. Non vogliamo più essere presi singolarmente, in quanto abbiamo una rappresentanza legittimata dalla nostra adesione e dal nostro voto. La discussione è al 10 ottobre e se vi sono aggiornamenti da sottoporre prima, che questi passino dai sindacati».