Rolling Stones, Codacons all'attacco: "Sequestrate gli incassi del concerto"

Esposto alla Procura di Lucca: una garanzia per "eventuali azioni risarcitorie da parte degli spettatori delusi". Scontro durissimo con Mimmo D'Alessandro

Pubblico al concerto dei Rolling Stones

Pubblico al concerto dei Rolling Stones

Lucca, 25 settembre 2017 - Botta e risposta a distanza tra il Codacons e Mimmo D’Alessandro sulle proteste di molti spettatori del concerto dei Rolling Stones, sostanzialmente perché dal «Prato B» il parco era scarsamente visibile. Da un lato l’associazione che dà voce alle critiche e offre assistenza legale, dall’altro il patron del Summer Festival che accusa il Codacons di cercare solo visibilità grazie ai grandi eventi.   Il Codacons ha ribadito di aver presentato ieri l’annunciato esposto alla Procura di Lucca in cui «chiede, tra le altre cose, di valutare il sequestro cautelare degli incassi del concerto, come forma di garanzia per eventuali azioni risarcitorie da parte degli spettatori delusi». «E proprio sul fronte dei risarcimenti il Codacons sta studiando una azione collettiva sulla base degli artt. 1453, 1456 e 1460 del codice civile, per conto di tutti gli spettatori del concerto che hanno avuto problemi di visibilità del palco, alla luce della “confessione” di D’Alessandro sulla presenza di gazebi e strutture varie che oscuravano la visuale a chi ha pagato biglietti meno cari, finalizzata a far ottenere agli utenti delusi il rimborso totale o parziale del biglietto».   «Dal punto di vista legale e contrattuale la vendita di un servizio prevede una prestazione completa che, se non viene fornita, rende possibile la risoluzione del contratto per inadempimento – attacca il Codacons –. Invece di chiedere scusa per gli errori e per gli innegabili disagi causati, si accusano gli spettatori di essere andati “al risparmio”, e chi li difende di cercare facile visibilità. Una azienda che eroga servizi agli utenti dovrebbe invece fare tesoro delle critiche dei cittadini, cospargersi il capo di cenere ed imparare dagli errori per migliorare in futuro. Per quanto riguarda le accuse al Codacons, evidentemente D’Alessandro non sa che la nostra organizzazione si occupa di tutelare gli utenti, e se gli spettatori del concerto hanno chiesto il nostro intervento, è preciso dovere statutario del Codacons attivarsi. Accusare l’associazione di cercare visibilità se si fa portavoce delle proteste dei cittadini, è come accusare a esempio un calciatore di andare a caccia di visibilità se segna un gol. Una affermazione insulsa quella di D’Alessandro che si commenta da sola».