Riciclaggio, sequestrati beni per oltre 3 milioni di euro a padre e figlio

I due imprenditori avrebbero utilizzato i soldi della propria azienda fallita per acquisire prestigiose proprietà immobiliari

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Lucca, 25 gennaio 2018 - Beni mobili e immobili per oltre 3,7 milioni di euro sono stati posti sotto sequestro preventivo dalla guardia di finanza di Lucca in esecuzione di un decreto emesso dal gip della città toscana nei confronti di due imprenditori, padre e figlio. Le ipotesi di reato contestate ai due, spiega in una nota la Gdf, sono «riciclaggio e autoriciclaggio, conseguenti al fallimento di un'azienda lucchese operante nel settore del materiale plastico».

In particolare per gli investigatori padre e figlio, «attraverso un 'percorso' costituito ad hoc per eludere ogni tipo di controllo», avrebbero utilizzato «soldi distratti illegalmente dal fallimento della propria azienda», per un importo di oltre 5 milioni di euro, per «acquisire prestigiose proprietà immobiliari». Il patrimonio immobiliare così «illecitamente accumulato» sarebbe stato poi celato «attraverso la costituzione di un apposito trust. Tra i beni oggetto di distrazione - spiegano sempre le fiamme gialle - si annoverano: denaro per circa 2,5 milioni di euro, quote societarie per circa 100 mila euro, beni mobili e 2 ville di pregio in provincia di Pisa, 2 appartamenti nella città di Lucca, numerosi appezzamenti di terreni adibiti a uliveto e vigneto, e un'autovettura».