Trecento al rave all’ex Casina Rossa. Locale distrutto, minacce al gestore / FOTO

L’edificio sgomberato dalla Digos dopo ore di forte tensione

Alcuni dei partecipanti al party non autorizzato, asserragliati sul tetto dell’ex Casina Rossa (foto Alcide)

Alcuni dei partecipanti al party non autorizzato, asserragliati sul tetto dell’ex Casina Rossa (foto Alcide)

Lucca, 11 dicembre 2017 - Quell’insolito viavai di gente nei pressi dell’ex Casina Rossa non è passato inosservato. Qualcuno, notando il movimento sospetto dalle parti dell’edificio che una volta ospitava ristorante e discoteca, ha pensato di avvertire il gestore della struttura: "Vieni a dare un’occhiata...". Lui, Maurizio Vangone, pensava di trovare al massimo qualche disperato che aveva cercato riparo sotto il tetto del locale, si è invece trovato di fronte ad una realtà del tutto inaspettata: circa trecento giovani avevano occupato l’area. Musica a tutto volume, balli e festa, in barba a leggi, regole, divieti. Una sorta di rave party, con tanto di inviti diffusi via web.

Già, perché è stata la Rete a fare da collante tra i partecipanti all’incursione. Sulla pagina Facebook de "Il palazzo che brucia", non nuova a simili iniziative, da giorni ormai si discuteva circa un possibile rendez-vous. Stabilita la data (sabato 9 dicembre), il luogo dell’appuntamento è stato svelato rigorosamente tramite internet solo poche ore prima dell’inizio della festa non autorizzata. Luogo prescelto, appunto, l’ex Casina Rossa di Ponte San Pietro. In via di Poggio dal calar della sera hanno iniziato a confluire i tanti giovani invitati telematicamente al party.

Decine, poi centinaia. Il gestore non voleva credere ai propri occhi: «Sono arrivato intorno all’una, avvisato da alcuni amici – racconta Maurizio Vangone – e subito ho avvisato la polizia. Sono arrivate due volanti ma gli agenti mi hanno spiegato che non potevano intervenire». Troppo rischioso, in quelle condizioni, entrare nel locale. I quattro poliziotti sarebbero stati facilmente accerchiati dagli occupanti e chissà come sarebbe finita. Meglio attendere il deflusso dei partecipanti, identificandone qualcuno alla spicciolata. Un primo blitz è poi scattato alle 7 del mattino, quando ormai all’interno del locale erano rimaste una quindicina di persone: "Gli agenti hanno fatto irruzione – conferma Vangone, che è rimasto tutta la notte fuori dall’edificio – e hanno anche sequestrato un furgone. Intorno alle 10 i poliziotti mi hanno informato che avevano sgomberato la zona e che se ne sarebbero andati. Pensavo fosse finita lì, invece ho visto alcune persone asserragliate sul tetto e ho dovuto chiamare di nuovo la polizia".

Nel frattempo, sempre via internet, è ripartito il tam tam, con gli antagonisti che richiamavano all’adunata i «compagni» per dar manforte ai dissidenti rimasti a presidiare l’ex Casina Rossa. Ancora lunghissimi momenti di tensione, fino all’intervento risolutivo della Digos, intorno alle 16.30. "I danni alla struttura – sottolinea il gestore, sconsolato – sono enormi. Hanno ostruito le gronde, diversi ambienti si sono allagati, le scale, le porte e i bagni sono stati distrutti. Se ne sono andati, ma io non mi fido, stanotte dormo qui".