Il Palasport è ancora a pezzi. E tre palestre restano inagibili

Nel frattempo la piscina (chiusa dal 2015) va sempre ultimata

Una delle tante transenne al palazzetto

Una delle tante transenne al palazzetto

Lucca, 19 gennaio 2017 - Davvero ci meritiamo un Palazzetto dello sport in queste condizioni? Tre palestre inagibili da un mese e mezzo – e chissà per quanto ancora – la piscina off limits dal 27 maggio 2015, su 1.500 poltroncine ben 240 sono interdette da un anno con tanto di nastri da cantiere e avvisi ad impedire l’improvvida seduta dello spettatore distratto, le terrazze versante piazzale Tagliate inaccessibili (sono il soffitto delle tre palestre), il bar a cui possono rifocillarsi solo 20 persone (contate) per volta, le sedute in alto, quelle lato Coni, inutilizzabili da una vita: il progettista all’epoca non mise in conto che per renderle fruibili era necessaria un’uscita di sicurezza ulteriore su quel lato, con scala esterna. La radiografia di una carcassa, altro che palazzetto dello sport cittadino.

Si fa prima a dire cosa resta di praticabile: il campo di gioco da pallacanestro, dove in effetti ieri mattina si allenavano delle giovani atlete. Occhio al canestro, mai indugiare nel decadimento tutto attorno, se non si vuole rischiare di deconcentrarsi. Il Palazzetto comunale dello sport,a forza di transenne, nastri, paletti, somiglia sempre più a un cantiere e sempre meno a se stesso. Solo che il cantiere vero non arriva. Cosa è successo? Alle «magagne» datate, si sono aggiunte, un mese e mezzo fa, quelle delle palestre, quella più spaziosa di ginnastica artistica e le altre due confinanti, dove fino ai primi di dicembre scorso si svolgevano diversi corsi sportivi rivolti a bambini, adulti e anziani e condotti dalle società Libertas Polisportiva, Aics, Yoga Saraswati, Centro Sportivo Italiano Ginnastica, Samurai Karate, Uisp, Ginnastica Artistica Cavaliere Martini.

Da una verifica di stabilità è risultato che il soffitto di queste palestre è praticamente un’incompiuta: non ha lo strato di calcestruzzo sottostante i travetti. Come un panino privo dello strato inferiore. Qualcuno all’epoca della costruzione, trent’anni fa, se lo è “dimenticato”. Con il risultato che i tondini portanti in ferro con il tempo si sono arrugginiti: «errori di progettazione» e «scarsa qualità dei materiali utilizzati» sono le cause accreditare dallo studio tecnico che ha svolto la verifica. Tutto ciò ha avviato lo sfondellamento dei solai e, quindi, il provvedimento di inagibilità del Comune. Il progetto è ancora in itinere, ma la soluzione individuata sembra sia quella di irrobustire il soffitto con un sistema di profilati metallici. I tempi? Quelli annunciati sono sull’ordine di un anno tra progetto, gare e cantieri. Quelli effettivi, chissà.