Donna bruciata viva: 30 anni di carcere al suo ex

Questo il verdetto, con rito abbreviato, per l'omicidio di Vania Vannucchi a carico di Pasquale Russo. Condanna per omicidio volontario aggravato da premeditazione e crudeltà, nonché da atti persecutori

Pasquale Russo e Vania Vannucchi

Pasquale Russo e Vania Vannucchi

Lucca, 29 maggio 2017 - Trenta  anni di reclusione per omicidio volontario aggravato da premeditazione e crudeltà, nonché da atti persecutori.

Questa la sentenza emessa in rito abbreviato dal gup di Lucca  Antonia Aracri nei confronti di Pasquale Russo, il 46enne di Segromigno in Monte che lo scorso 2 agosto uccise barbaramente Vania Vannucchi, l’operatrice sociosanitaria di 46 anni. Lui non accettava il suo rifiuto di proseguire nella loro relazione e decise di ucciderla nel modo più atroce. La notte prima era entrato in casa sua dalla finestra e le aveva rubato il cellulare, per costringerla poi a presentarsi ad un appuntamento dietro il vecchio ospedale Campo di Marte. Quella mattina Pasquale arrivò con una tanica di benzina. Dopo un breve litigio, gliela versò interamente addosso e le dette fuoco. La vide correre e cadere a terra avvolta dalle fiamme. Vania gridava aiuto, stava morendo. Ma Pasquale si girò e risalì sullo scooter, allontanandosi tranquillamente come se la cosa non lo riguardasse. Trenta minuti dopo la polizia bussò alla sua porta, imbeccata proprio dall'ultimo disperato grido di Vania morente: "E' stato Pasquale...". Tutti sapevano chi era, dato che lavorava per una cooperativa di servizi sanitari.

L'omicida, difeso dagli avvocati Gianfelice Cesaretti e PaoloMei, ha preferito attendere la sentenza in carcere a Prato: "Non me la sento di venire al processo...", aveva confidato. Nessun incontro ravvicinato, dunque, tra l’omicida e i familiari di Vania, costituitisi parte civile  con l’avvocato Elena Libone (per i genitori Alvaro e Giovanna e i figli di Vania), con l’avvocato Marco Taddei (per l’ex marito Andrea Barsali) e con l’avvocato Simona Selvanetti per l’associazione «Luna Onlus» che tutela le donne vittime di violenza.

Il pm Piero Capizzoto aveva chiesto il massimo della pena.