Massacrò il padre nel sonno. Sotto processo un ventenne

Oggi davanti al gup Andrea Gambino per il delitto di agosto

L'abitazione dei gambino e, nel riquadro, il figlio ventenne

L'abitazione dei gambino e, nel riquadro, il figlio ventenne

Lucca, 17 giugno 2016 -  Deve comparire stamani davanti al gup per rispondere di omicidio volontario aggravato da futili motivi. E probabilmente sceglierà il rito abbreviato per ottenere uno sconto di un terzo sulla pena. Si tratta di Andrea Gambino, il ventenne di Saltocchio che nell’agosto scorso massacrò nel sonno a colpi di casco il padre Giuseppe di 67 anni. Per il pm Lucia Rugani, il ragazzo agì in uno stato di alterazione psicofisica per l’assunzione di droghe e alcolici: era solo parzialmente in grado di intendere e di volere. Il giovane, reo confesso dell’atroce delitto, difeso dall’avvocato Francesco Virgone, si trova ancora rinchiuso nel carcere di «San Giorgio». Il raptus, secondo quello che raccontò lo stesso ragazzo, sarebbe stato riconducibile al feroce rancore che provava per il padre, ritenuto colpevole di aver maltrattato la madre Rossana e la sorella Rosalia, entrambe morte per gravi malattie poco tempo prima.   Un delitto sconvolgente. La notte del 17 agosto, al ritorno da una serata con amici, Andrea Gambino sorprese il padre Giuseppe nel sonno nell’abitazione di via della Grotta 451 a Saltocchio e lo aggredì subito, cercando di strozzarlo. Non riuscendo nell’intento, afferrò allora il casco integrale da motociclista e lo colpì ripetutamente alla testa, causandogli gravissime lesioni alla testa: un’emorragia cerebrale e un vasto ematoma sottodurale. Un trauma cranico encefalico che lo ridusse subito in coma. Giuseppe Gambino, trasferito d’urgenza all’ospedale di Cisanello, morì dopo un’agonia di venti giorni. L’uomo, 67 anni, pensionato dell’ex Italzinc di Ponte a Moriano non riprese mai conoscenza. Il figlio uscì per sbarazzarsi del casco, poi tornò in casa e dette l’allarme al 118, inscenando una rapina da parte di sconosciuti. Una versione alla quale nessuno aveva però creduto. Il giovane crollò ben presto, ammettendo le proprie responsabilità. I carabinieri lo arrestarono il giorno stesso per tentato omicidio.