Ristoranti, L’Espresso premia i lucchesi con 8 menzioni nella guida 2017

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Camerieri

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Lucca, 21 ottobre 2016 - I cappelli da cuoco sorridono ai ristoranti lucchesi. L’edizione 2017 della Guida ai ristoranti d’Italia de L’Espresso, che da quest’anno ha deciso di abbandonare i punteggi in ventesimi per lasciare il posto ai cappelli, simbolo stesso della Guida, menziona numerosi locali. E se nessuno dei ristoranti del nostro territorio figura con il massimo dei cappelli (cinque è il top, che significa «il meglio in assoluto», che solo cinque locali in tutta Italia hanno ottenuto), uno raccoglie due cappelli, sinonimo di «cucina di qualità e di ricerca», e ben tre la definizione, da un cappello, di «buona cucina». 

A Lucca, per L’Espresso, il massimo riconoscimento va a «L’imbuto» di via della Fratta, il ristorante collocato nello spazio del Museo Lu.C.C.A. Dietro a questo locale, ecco altre tre eccellenze del territorio: il ristorante «Il Giglio» di piazza del Giglio, «Punto – Officina del gusto», di via Anfiteatro, e «Butterfly», sulla via del Brennero a Marlia. Ma oltre a questi ristoranti, la Guida offre speciali menzioni per «Bistrot», «Pesce Briaco» e l’inossidabile «La Buca di Sant’Antonio». Presenti anche alcuni locali che sono nati e cresciuti in Media Valle del Serchio come «La Locanda di Mezzo» di Barga. 

Dunque davvero tanti i riconoscimenti per una categoria, quella dei ristoratori della nostra provincia, che da sempre provano a offrire cucina in grado di coniugare tradizione e ricerca ma allo stesso tempo di stupire le forchette dei commensali. Da non dimenticare infine che in tutta Italia sono stati ben ottantanove i ristoranti con due cappelli e 363 quelli con uno, di cui solo una trentina sono originari della nostra regione.