Kme, la spaccatura ora è «totale» I lavoratori: «Siglate quell’accordo»

Tensione anche coi sindacati. Rossi (Fiom): «Pressioni dell’azienda»

Sciopero Kme

Sciopero Kme

Lucca, 6 ottobre 2016 - Assemblee accese quelle che si sono svolte ieri pomeriggio alla Kme di Fornaci, programmate dalle segreterie provinciali di Fiom, Fim e Uilm per spiegare il perché della mancata firma dell’accordo per come gestire i 275 esuberi previsti dal piano siglato nel giugno scorso e la loro formazione per la eventuale ricollocazione nell’ambito del progetto di social valley. Toni accesissimi anzi con alcuni protagonisti degli incontri che hanno dichiarato che era dagli anni ‘90 che non si registrava un clima così pesante. Soprattutto quello della seconda assemblea svoltasi dalle 14,30 alle 16 e poi per questo motivo durata molto di più. Non sono mancati diversi accesi interventi di lavoratori che hanno dichiarato di non aver gradito lo stop alla trattativa deciso nei giorni scorsi dai sindacati e sostenuto in particolare da una parte delle sigle sindacali (Fiom) che avrebbero sostenuto una linea troppo dura secondo una parte dei lavoratori.

Come racconta il segretario provinciale della Uilm Giacomo Saisi i lavoratori hanno preso una posizione molto marcata e in contrasto con la volontà di non firmare l’accordo decisa nei giorni scorsi. Hanno anzi insistito sul fatto che i sindacati debbano fare tutto il possibile per trovare un accordo con l’azienda sul ricollocamento degli esuberi e tutto il resto. Una vera e propria contestazione della decisione presa dai sindacati, o almeno parte dei sindacati dato che, come dichiara ancora Saisi, Fim e Uilm erano per portare avanti la trattativa anche se qualcosa nel piano andava rivisto e ritoccato. Certo è che i toni delle assemblee hanno confermato un clima di forte esasperazione dei lavoratori con molti dei reparti dove ormai i dipendenti sono al massimo o quasi dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Anche il segretario della Fiom, Mauro Rossi, del sindacato che è stato alla fine al centro dell’accesso dibattito, conferma il clima pesante che però ritiene anche causato da altro: «C’è un clima pesante, ma certo il comunicato fatto dall’azienda il giorno prima delle assemblee e affisso nelle bacheche è stato di una pesantezza incredibile. Per far pressione sui lavoratori accusa parte del sindacato che l’accordo non lo vuole e infine indica le virtù dell’accordo e conclude dicendo che l’accordo si fa come dicono loro o loro sono subito disponibili a disdire il piano di giugno. Secondo noi questo aspetto ha contribuito a creare confusione».

Il clima acceso di ieri ha portato anche a riunire il consiglio di fabbrica al termine del quale è stato anche deciso di convocare per il 12 il coordinamento nazionale sindacale perché poi il 21 ci sarà l’incontro con la commissione economica congiunta che dovrebbe fornire anche alcuni dati come la mancanza di materia prima che sta lasciando inattivi molti reparti. Passsaggi importanti per capire meglio che cosa sta succedendo, fermo restando che i lavoratori oggi sono stati chiari. Quell’accordo va ricercato e va raggiunto il prima possibile.