Ricollocazioni, salta l'accordo: "Kme, la trattativa sia nazionale"

Nulla di fatto alla riunione sindacati-azienda. Sale la tensione

Manifestazione dei dipendenti Kme a Fornaci (foto Borghesi)

Manifestazione dei dipendenti Kme a Fornaci (foto Borghesi)

Fornaci di Barga (Lucca), 1 ottobre 2016 - Ennesima riunione fiume ieri pomeriggio tra le segreterie dei sindacati e Kme per definire e approfondire i dettagli relativi ai corsi di formazione inerenti la preparazione del corposo gruppo di lavoratori in esubero, per valutare la possibilità di un reinserimento nel cosiddetto progetto di social Valley previsto per Campo Tizzoro e anche all’esterno. Alla fine del lungo dibattito, a quanto si è saputo, le parti sono rimaste distanti e sul discorso del piano degli esuberi e della formazione non è stato siglato nessuno accordo. I sindacati chiedono di rimandare tutta la trattativa del piano siglato a giugno di nuovo alla discussione del tavolo nazionale del coordinamento sindacale e solo dopo aver approfondito la problematica in tale ambito di riprendere eventualmente la trattativa.

Soprattutto per i sindacati non ci sarebbero adeguate garanzie circa il reale sbocco professionale offerto dai corsi di formazione, con il rischio che l’iniziativa sia fine a se stessa e non garantisca in concreto di offrire reali alternative per risolvere il problema esuberi. Quella andata in scena ieri è la seconda assemblea tra le parti, la prima delle quali si è consumata dieci giorni fa. Anche in quella occasione si era parlato delle possibilità di ricollocazione degli esuberi (275 per lo stabilimento di Fornaci) e dell’ipotetico piano presentato dall’azienda che prevedrebbe il rimpiego dei dipendenti in settori anche totalmente differenti da quello del rame, secondo un progetto sociale innovativo e senza precedenti in Italia. «Cuore» della questione, per i sindacati, resta garantire un posto di lavoro anche a chi rientra nella lista degli esuberi, almeno fino alla fine dell’accordo (2018). «Lavoreremo e vogliamo garanzie – affermava Rossi della Fiom al termine dell’incontro – affinché si avvii un concreto percorso che porti alla ricollocazione almeno per un numero consistente di esuberi, fermo restando che coloro che non troveranno uno sbocco occupazionale dovranno rimanere all’interno del ciclo produttivo e quindi nelle garanzie previste nell’ambito dell’accordo.