Rox in fiamme, allarme rientrato. "Modeste quantità di emissioni"

Gli esami Arpat rilevano la presenza di microinquinanti

L’incendio nel magazzino della Rox il 28 dicembre

L’incendio nel magazzino della Rox il 28 dicembre

Porcari (Lucca), 7 gennaio 2018 - Sospiro di sollievo. Dopo le preoccupazioni al momento dell’incendio e nei giorni immediatamente successivi, adesso arriva la certificazione anche dall’Arpat: non vi sono condizioni preoccupanti a livello ambientale a seguito delle sostanze sprigionatesi in atmosfera e ricadute a terra nel rogo che devastò un magazzino dell’azienda Rox, lo scorso 28 dicembre. Già l’Asl aveva rassicurato sulla questione, tanto è vero che sulle indicazioni dell’Azienda Sanitaria Locale, il comune di Porcari aveva modificato l’ordinanza iniziale, riducendo prudenzialmente gli obblighi al solo lavaggio dei prodotti raccolti negli orti. Il provvedimento sarà mantenuto fino all’arrivo della relazione ufficiale, prevista nei prossimi giorni, dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente. Gli esami effettuati dal laboratorio di Area Vasta di Livorno sono relativi ai microinquinanti: ipa (idrocarburi policiclici aromatici) e diossine.

Le ricadute sono evidenti, ma con valori tutti abbondantemente al di sotto del quadro di riferimento normativo. Dall’incendio si sono quindi sviluppate quantità piccole di microinquinanti. Di questi, si sono formati principalmente gli ipa, con una concentrazione ampiamente inferiore al limite di riferimento. Da ciò si desume quindi che anche i prodotti vegetali non siano contaminati. Queste informazioni sono state anticipate al Comune ed alla Asl per le valutazioni di loro competenza, seguirà nei prossimi giorni una relazione tecnica più dettagliata.

Fino ad allora rimane comunque in vigore l’ordinanza che prevede di lavare accuratamente gli ortaggi. I prelievi dei campioni sono stati eseguiti nel giardino pubblico sul retro del Palasuore, nei pressi della Croce Verde in via Romana Est, in due campi con orti in via Matteucci e in via Fossanuova, in un terreno di via Casoni e nell’adiacenza, come scrive Arpat, del bar Necchi sulla via Puccini. Misurazioni effettuate per avere un quadro del cosiddetto «cono» di ricaduta dei materiali creatisi a seguito della combustione.