Il prefetto Tronca in visita alla mostra di Possenti a Mont’Alfonso / FOTO

L’ex commissario straordinario di Roma in visita privata a Castelnuovo per ammirare l’ultima mostra di Antonio Possenti parla dei suoi luoghi del cuore, Lucca e la Garfagnana, e degli incarichi più caldi che lo hanno visto protagonista

Francesco Paolo Tronca a Mont’Alfonso

Francesco Paolo Tronca a Mont’Alfonso

Lucca, 23 agosto - Una visita inattesa e significativa quella dell’ex commissario straordinario Francesco Paolo Tronca alla Fortezza di Mont’Alfonso, dove si è gustato con calma le opere del grande pittore lucchese Antonio Possenti, in mostra con una straordinaria rivisitazione del poema ariostesco “L’Orlando Furioso”.

Arrivato nel fine settimana a Castelnuovo di Garfagnana in compagnia della moglie è stato accompagnato alla Fortezza dal sindaco Andrea Tagliasacchi che lo ha anche condotto in una passeggiata lungo la tenuta naturalistica, all’epoca del suo mandato come prefetto di Lucca ancora in fase di ristrutturazione.

Apprezzamento per questi grandi spazi verdi e per la vista aperta su tutta la Valle e sulle catene delle Alpi Apuane e degli Appennini, che Tronca dichiara essere parte dei suoi itinerari prediletti ogni qual volta decida di uscire dalle Mura di Lucca, a rafforzare il concetto del legame con la Garfagnana, che considera custode dei luoghi più belli e rilassanti che abbia mai visitato.

Come del resto Lucca, città scelta per fermare la propria residenza, non a caso punto fermo e di ristoro tra i tanti impegnativi incarichi in tutta l’Italia al servizio dello stato. E proprio Lucca resta al centro dei suoi più importanti incontri dal punto di vista umano, come quello poco conosciuto, ma tenace e profondo, con l’artista Antonio Possenti, con cui si incontrava per chiacchierare di argomenti comuni come l’Arte e la Storia, accomunati dalla passione per il Risorgimento e per Garibaldi.

“Quando ho lasciato Lucca ho voluto portare con me un quadro di Antonio, da cui non mi separo per alcuna ragione, mi trasmette emozioni, dolcezza e grande positività, come faceva immancabilmente lui. - racconta Paolo Tronca - Trovo questa mostra straordinaria e introspettiva al punto giusto. Con la scusa di interpretare l’Ariosto, Antonio Possenti parla di sé e del suo mondo colmo di suggestioni, popolato da personaggi trasfigurati sorprendenti e di notevole impatto visivo.”

Dopo i commenti sulla mostra, un veloce excursus sui tanti impegni che si sono succeduti dopo l’addio professionale a Lucca, come prefetto di Brescia prima e con gli oltre quattro anni alla direzione del Dipartimento Nazionale dei Vigili del Fuoco a fronteggiare emergenze che hanno segnato profondamente la storia del Paese, come il terremoto dell’Aquila, dell’Emilia, il terribile incidente di Viareggio, il disastro della Costa Concordia, solo per citarne alcune.

Esperienze certamente forti e di grande responsabilità, ricche di valore umano. I vigili del fuoco sono uomini straordinari che non esitano a sporcarsi le mani per aiutare gli altri conservando gli occhi puliti. Esprimono valori che sono lo stesso fondamento dello stato che rappresentano e di cui si avverte sempre più forte la necessità.”

Poi la prefettura di Milano durante il semestre di presidenza europea con le ambiziose sfide dell’Expo Universale e le lotte a favore della trasparenza e contro le pericolose infiltrazioni della criminalità organizzata.

Affrontare questa esperienza di portata mondiale ha posto le istituzioni di fronte a grandi prove. Soddisfazione per la vittoria del nostro paese in battaglie dal significato potente, che dovevano essere vinte a ogni costo, allontanando ogni tentativo di inserimento da parte di mani poco pulite sul grande evento. In casi come questo lo stato deve entrare a gamba tesa, senza esitazione, con estremo rigore, per fare rispettare la legge alla lettera e impedire prevaricazioni, ambiguità e poca chiarezza, Oggi dobbiamo avere la forza di un cambiamento deciso, dobbiamo spenderci con determinazione per una nuova logica dell'essere cittadini. Esserlo davvero, così come essere servitori dello stato, significa esclusivamente fare l’interesse pubblico, senza se e senza ma.”

Per arrivare infine all’ultimo incarico, da poco concluso, come commissario straordinario del Comune di Roma e della Città metropolitana di Roma Capitale.

“Grande orgoglio per l’incarico ricevuto, consapevole della difficoltà di poter incidere sul tessuto profondo del territorio in pochi mesi di lavoro. Spero in ogni caso di aver assolto al compito che mi ero prefisso. Oltre alla gestione ordinaria del comune, mi interessava soprattutto lanciare dei segnali forti e testimoniare che a Roma molte situazioni complesse si possono e si devono risolvere. Roma ce la può e ce la deve fare.”