"Desco", il piatto piange anche se è buono

Il biglietto d’ingresso allontana i visitatori. Poca gente all’apertura, delusione tra i banchi

Visitatori al Desco

Visitatori al Desco

Lucca, 19 novembre 2017 - Il piatto piange, anche se è buono. Colpa della novità del biglietto d’ingresso – 3 euro a persona – che al Desco sta decimando le presenze. Alle 16 di ieri erano stati staccati appena 300 biglietti, quando l’obiettivo facile di qualunque (altra) edizione è sempre stato intorno a 2mila visitatori al giorno. Dietro ai banchi solo facce sconsolate. Anche perché la novità del biglietto è stata pure accompagnata dal rincaro del 30 per cento del suolo occupato dagli stand. La manifestazione all'ex Real Collegio prosegue anche oggi e nei prossimi week end.   "Vorrei  capire – si interroga Verano Bertagni, produttore di lungo corso di pecorino della Garfagnana – la Camera di Commercio è lì per aiutare le attività che annualmente pagano la quota, oppure no? Non sembra. Ci hanno penalizzato con il biglietto per i visitatori, con il rincaro del 30 per cento per il banco, noi abbiamo dimezzato la dimensione, oltretutto da pagare anticipato. E questo non ci dà diritto a niente, nemmeno al pass gratuito nella zona pedonale per un unico furgone che ci porta la merce: per quello dobbiamo pagare 12 euro al giorno. Non basta: il Desco si sta trasformando da un mercato per soli produttori a un mercato un po’ tutto per tutti. Sta perdendo la sua natura. Ero indeciso se partecipare quest’anno, anche se non ho mai perso un’edizione prima d’ora. Per l’anno prossimo sono ancora più indeciso». Parole che dicono tutto, insieme allo sconsolato silenzio della giovane che attende clienti al banco del miele di Giacomo Del Grande, azienda di Sorbano del Giudice. «Quanto ho venduto oggi? Lasciamo perdere. L’anno scorso il primo sabato c’era la calca, guardi ora i corridoi semivuoti".

Ci avviciniamo a Michela Cei del Forno omonimo di piazza Santa Maria mentre discute al telefono con il figlio, fermo all’ingresso. «Ma come non ti fanno entrare? Non è possibile. Senti non ho voglia di litigare, paga i 3 euro e vieni qui». Allibito pure lui dopo poco il ragazzino arriva mostrando il braccialetto arancione. «Si rende conto? Neanche mio figlio può entrare. Siamo in sei a gestire il banco e ci hanno dato solo due pass. Io sono per le regole – dice Michela – ma qui c’è una rigidità oltremisura. E poi il biglietto è sbagliato di principio. Una famiglia non può pagare 9 euro per venire a far acquisti».    Tutti la pensano così. Ma c’è chi si è saputo ingegnare, come Pietro Coletti. «Compra la polenta e ti rimborsiamo il biglietto» è l’invito. Come è andata? «Le dico solo che la polenta è finita, forse l’ha mangiata anche chi non gli andava – scherza il signor Pietro, titolare del tradizionale banco delle Bontàd ella Garfagnana – Il biglietto sta ammazzando le vendite. Si vede dal pane di patate, guardi quanto me ne è rimasto, in quantità. Una famiglia non può entrare per mezzo chilo di pane dopo aver pagato 6 -9 euro di biglietto. In più ci hanno aumentato il costo dello stand, di un buon 30 per cento. Così non si aiutano i produttori locali». Il signor Enrico Arrighi dell’Antica Norcineria tenta di vedere il bicchere mezzo pieno. «Il biglietto serve a far selezione, fa entrare solo chi è davvero interessato – dice –. Però alla fine non so come sarà il risultato. Vede ci sono delle fiere che costano anche molto di più di questa, ma hanno un bacino di utenza più ampio. Lucca è piccola, non so se può funzionare. Noi abbiamo il prosciutto Bazzone, un presidio slow food, per cui la giornata in qualche modo l’abbiamo fatta».   Il problema è anche quello a lunga gittata: le famiglie che pagano il biglietto oggi, ritorneranno nei prossimi giorni? Ovvero chi è disposto a pagarlo più di una volta? E se alla fine è vero che chi entra è sicuramente interessato, e non lo fa (solo) per assaggiare in giro le piccole degustazioni offerte, è anche vero che anche chi non sarebbe interessato, entrando per una passeggiata può essere indotto all’acquisto. E’ presto per tirare le somme. Ma se il buongiorno si vede dal mattino il bilancio di Desco 2017 rischia di essere nero, nerissimo. La speranza di molti si appiglia all’unica ora di gratuità, dalle 19 alle 20.