A Lucca un bambino malato come Charlie, la mamma: "Uccidere non è soluzione"

La storia del piccolo Emanuele. Che vive, nonostante tutto

Infermieri e un medico al lavoro (foto d'archivio)

Infermieri e un medico al lavoro (foto d'archivio)

Lucca, 1 luglio 2017 - "Uccidere non è la soluzione". Lo dice la mamma di un bambino lucchese che oggi ha nove anni, ma che nei primi mesi di vita si è trovato ad affrontare la malattia che sta lentamente spegnendo Charlie, il bambino inglese per il quale i giudici hanno rifiutato costose cure negli Stati Uniti. Anche il piccolo lucchese doveva morire.

Fu mandato a casa con mamma e papà per aspettare la fine. Ma poi riuscì a sopravvivere. Chiara Paolini, la mamma del bambino, maestra elementare, ha raccontato la sua storia a Avvenire e ha inviato anche un messaggio alla Corte Europea dei diritti umani. Emanuele non cammina, è nutrito da un sondino naso-gastrico, non può piangere né ridere.

"Ma dentro di sé fa tutto questo - dice la mamma - Quella che per i medici era una condizione disperata si è trasformata nel terreno fertile in cui si è sviluppata la sua personalità". Il tema divide l'opinione pubblica. Sulla storia di Charlie La Nazione ha promosso un sondaggio, che potete votare qui sotto.