Milioni dei clienti giocati al casinò: ex bancario lucchese condannato in Svizzera

Sperperati in ben 1.114 'visite'. Quattro anni e mezzo di reclusione

Un casinò (foto Cusa)

Un casinò (foto Cusa)

Lucca, 20 ottobre 2016 - Aveva effettuato ben 1.114 visite ai Casinò di Campione e di Lugano nel giro di quattro anni, con puntate comprese tra i diecimila e i cinquantamila franchi a volta. Domenico «Nico» Petrella, il 56enne lucchese ex dirigente della banca «Julius Bär», è stato ora condannato in Svizzera a 4 anni e mezzo di carcere per aver giocato al tavolo verde alcuni milioni di euro appartenuti a suoi clienti. Sei anni e nove mesi era stata invece la richiesta della procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti. La sentenza conferma le accuse all’imputato, finito nei guai per un buco di oltre 15 milioni di euro. La pena è stata ridotta, grazie alla piena collaborazione offerta fin dall’apertura dell’inchiesta, come riportato dal Corriere del Ticino. Una collaborazione definita come “totale” dal giudice Ermani e che ha permesso di accelerare le indagini. L’ex dirigente di banca originario di Lucca era stato arrestato nel settembre 2014 in Svizzera per un clamoroso ammanco nelle casse dell’istituto di credito.

Era stato lo stesso «Nico» Petrella a presentarsi all’epoca alla magistratura di Lugano, auto-denunciandosi, in modo da alleggerire almeno in parte la sua delicata posizione. «Quei soldi purtroppo li ho sperperati tutti al gioco nei casinò, ho questo vizio...», aveva ammesso. L’ammontare del denaro sottratto dall’ex dirigente alla banca «Julius Bär» di Lugano, sarebbe di 20 milioni di franchi svizzeri (circa 15 milioni di euro), corrispondenti alle somme versate negli ultimi anni da una trentina di facoltosi clienti. Ma la sentenza non soddisfa il suo difensore, l’avvocato Marco Masoni, che indica anche altri colpevoli, ovvero le due case di gioco. Il difensore di Petrella ha infatti sottolineato che proprio per le sue moltissime visite, Petrella era diventato il quarto maggior cliente del Casinò di Lugano. La Commissione federale sulla case da gioco ha dunque aperto un’inchiesta amministrativa per omissione nelle misure di sicurezza sociale. Il Casinò di Lugano, da parte sua, respinge le accuse e sottolinea come avesse diffidato Domenico Petrella già nel maggio 2014. La casa di gioco luganese avrebbe già avanzato un ricorso.