Camion a gas contro il blocco dei tir. "Non possiamo fermare il lavoro"

Da due mesi l'azienda utilizza mezzi 'ecologici' per trasferire le merci

Massimo Pasquini

Massimo Pasquini

Lucca, 14 febbraio 2018 - L’ultimo omaggio  alla sostenibilità che persegue in ogni pur piccola fase della produzione, Lucart lo ha dato due mesi fa. Si è dotata tramite i trasportatori che lavorano per suo conto di tir alimentati a Lng (gas naturale liquefatto). La scelta di questi mezzi a basso impatto ambientale, rientra a pieno titolo nella filosofia di rispetto dell’ambiente che il gruppo persegue da sempre. Ed è parte di un più ampio piano strategico di riorganizzazione della logistica distributiva dei prodotti che l’azienda con sedi a Porcari e a Diecimo sta studiando da oltre un anno.

Il provvedimento  assume tuttavia un aspetto assai concreto, perfino «interessato» alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno visto scoppiare la «guerra dei tir» fra Capannori, che installerà telecamere per assicurare il rispetto dei divieti orari sul viale Europa e Lucca che sta meditando un provvedimento analogo attorno alle Mura.

«Pensiamo che i provvedimenti restrittivi della circolazione dei mezzi pesanti, ai fini della riduzione dell’inquinamento atmosferico, possano essere applicati con le medesime logiche “premiali” già adottate per la circolazione delle autovetture private. A queste ultime, se alimentate a gas o a trazione elettrica è consentito spostarsi in presenza di restrizioni alla circolazione. Mi auguro sia consnetito anche ai tir» argomenta Massimo Pasquini, presidente e amministratore delegato di Lucart.

Per l’azienda la chiusura a fasce orarie del traffico pesante significherebbe spezzare il ritmo del costante flusso di merci fra la sede di Diecimo nel comune di Borgo a Mozzano e l’hub di Altopascio dove sorge il magazzino per le merci in partenza e in arrivo dall’autostrada. Oltre alle frequenti «visite» agli stabilenti di Castelnuovo e di Porcari. «La logistica interna è totalmente automatizzata, un sistema di robot carica automaticamente i container. Bloccare i camion senza coordinare i provvedimenti con le attività produttive e senza inserirli all’interno di una visione di sviluppo sostenibile del territorio, significa danneggiare l’economia e incidere davvero poco sull’ambiente e la salute delle persone». 

Qui, entra in ballo l’idea attuata da Lucart. «Creando un sistema di collegamento fra produzione e magazzino logistico con mezzi a gas metano liquido, ottimizziamo i trasporti, diminuiamo il numero di mezzi pesanti in circolazione, riduciamo le emissioni nocive nei comuni interessati e poniamo le basi per lo sviluppo sostenibile, tanto caro alla nostra azienda».

La sensibilità verso trasporti non impattanti non è una novità per Lucart.  «Collegando tramite “tronchetti” ferroviari lo stabilimento di Diecimo alla Lucca-Aulla abbiamo tolto almeno 1400 tir all’anno in movimento tra il porto di Livorno e le nostre aziende - spiega Pasquini - Incontrammo difficoltà alcuni anni fa con i tagli al trasporto merci annunciati da Ferrovie, ma ora i problemi sono risolti. Anzi, a breve potenzieremo il collegamento con lo stabilimento di Castelnuovo Garfagnana ed altrettanto poco più a nord farà Kerakoll a Minucciano: insieme parteciperemo all’evoluzione ferroviaria della Garfagnana.  Firmeremo un accordo di programma in Regione con l’assessore Ceccarelli, il ministero delle Infrastrutture e l’Unione dei Comuni: noi siamo disposti ad investire sulla rotaia. Così come sull’alimentazione a basso impatto dei tir».

p.c.