Giovane calciatore assalito e preso a calci in testa. ‘Gesto vergognoso’

Squalifica di 6 giornate al capitano

Calcio (foto d'archivio)

Calcio (foto d'archivio)

Lucca, 20 febbraio 2018 - Un campo da gioco diventato ring, dove si è «consumato un episodio di violenza che non ricordo di aver mai visto durante una partita di ragazzi», confessa il direttore sportivo del settore giovanile dell’Oltreserchio, Luigi Coltelli. Immagini che, a distanza di giorni, non si cancellano dalla mente, e che anzi accendono il desiderio comune – squadra locale e famiglie – di una punizione severa e equa. Tutto è avvenuto sabato 10 febbraio, nell’impianto sportivo La Certosa di Farneta. La partita del campionato provinciale si disputava tra la formazione di casa, Allievi Usd Oltreserchio (anno 2001) e Atletico Carrara. L’incontro era alle fasi finali: l’Oltreserchio stava vincendo 4 a 2.

«In quel momento – racconta il dirigente – si è scatenata una caccia all’uomo culminata in episodi di violenza assurda. I giocatori avversari hanno iniziato a prendere a pugni e schiaffi diversi nostri ragazzi. Uno dei nostri è stato afferrato al collo e buttato a terra e qui colpito con violenza con un calcio alla testa che poteva avere ben più gravi conseguenze».

I genitori che dalle tribune sono stati testimoni diretti di quel momento sono sconvolti: «Con una cattiveria inaudita – dicono -, quel ragazzo della squadra avversaria ha sferrato un calcio terribile sulla testa di un coetaneo dell’Oltreserchio, che era a terra. E’ stato terribile, abbiamo temuto il peggio». Il giovane è stato portato via con l’ambulanza e poi dimesso in serata dal San Luca dopo vari accertamenti. Un provvedimento disciplinare è scattato: 6 giornate di squalifica per il capitano dell’Atletico Carrara, perché il giovane autore di questo atto scellerato non sarebbe ancora stato individuato. Di qui lo striscione scritto dall’Oltreserchio: «No alla violenza. Una vita vale solo sei giornate???».

Una foto simbolo, quella dei giovani dell’Oltreserchio che tengono il maxi striscione, e che è stato il momento clou della manifestazione della squadra, domenica al campo di Forte dei Marmi. «Abbiamo voluto ribadire con forza, ma in modo pacifico – spiega il Ds Luigi Coltelli – la nostra indignazione per questo episodio. Indignazione accresciuta dal fatto che le punizioni inflitte dalla giustizia sportiva sono state direi ridicole e l’autore del calcio in testa ha potuto giocare tranquillamente la partita settimanale senza problemi. Tutto ciò di fronte a episodi di violenza che non ricordo di aver visto durante una partita di ragazzi».

Le famiglie sono un fronte granitico. «Lo sport, e nello specifico il calcio, è un momento di gioco e noi - dicono - non vogliamo e non possiamo essere preoccupati di quello che può avvenire in campo ai nostri ragazzi per colpa di alcune teste calde. Quando si verificano fatti simili è indispensabile che le punizioni siano esemplari». Lettere di protesta delle famiglie hanno già raggiunto la Federazione e in questi giorni è atteso un nuovo bollettino del giudice sportivo che potrebbe contenere l’esito che tutti attendono.

«Lo striscione esposto durane la partita di domenica e il terzo tempo a fine gara con la squadra avversaria, abbiamo condiviso pensieri, mangiato e bevuto insieme, – conclude Coltelli - sono a rimarcare l’importanza dello sport come socializzazione e crescita per i nostri ragazzi indipendentemente dal risultato. Una partita non è una guerra contro un nemico che sul campo indossa una maglietta diversa».