Vittima dei bulli a 15 anni, la madre: "Noi abbandonate, chiedo giustizia"

L'ultimo episodio ai danni della ragazza risale a meno di dieci giorni fa

Bulli in azione (foto Newpress)

Bulli in azione (foto Newpress)

Lucca, 1 ottobre 2016 - L’ennesimo affronto è arrivato meno di dieci giorni fa. Quando i suoi aguzzini l’avrebbero nuovamente braccata nel sottopasso della stazione ferroviaria, mentre era di ritorno da scuola. Poi le spinte e gli occhi di brace. Infine le botte per sigillare l’ennesima minaccia: «Ritira la denuncia o sono guai». È solo l’ultimo episodio del calvario vissuto da una 15enne rumena residente a Lucca che, come raccontato ieri dal nostro giornale, da settembre 2013 è vittima di un branco di bulli che la perseguita. Una guerra di logoramento iniziata fuori dai cancelli di una scuola della Piana che in tre anni ha sfibrato la giovane, portandola per quattro volte a tentare il suicidio. L’ultima tre estati fa. A raccontarlo è la stessa madre che, ora, fa un appello alle istituzioni. «Mia figlia - racconta la donna - ha trangugiato una confezione intera delle gocce che io assumo per dormire: è stata trasportata in ospedale in codice rosso».

Per capire cosa è successo si deve riavvolgere il nastro al settembre del 2013 quando la ragazza inizia a frequentare la prima media di una scuola della Piana. L’incontro con alcuni dei suoi aguzzini, secondo la madre, sarebbe avvenuto nei primi giorni. Quando la ragazza, oggi 15enne, alla fermata del bus pesta involontariamente il piede alla «leader» del futuro gruppo di bulli. Le sue scuse non servono a niente. «Stai attenta, non sai contro chi ti sei messa» sarebbe stata la minaccia della bulletta. «Da quell’episodio in poi - continua la madre - per mia figlia è iniziata la persecuzione». Un racconto messo nero su bianco in tre denunce presentate ai carabinieri dopo che la figlia, distrutta da 3 anni di angherie è crollata con la madre. E che rivive nei due referti del pronto soccorso dove la giovane ha totalizzato 10 giorni di prognosi dopo due pestaggi dei bulli.In principio la piccola aguzzina avrebbe preteso che la vittima prescelta le portasse la merenda tutti i giorni. Poi le richieste di qualche spicciolo e infine quella di comprare sigarette anche per i suoi amici, il resto del branco, ragazze e ragazzi sia italiani che stranieri. In tutto 8 persone. Che avrebbero dato il peggio di loro. Botte, insulti, lettere anonime lasciate nella cassetta della posta della giovane con minacce che sembrano più di una promessa: «Ti beccheremo un giorno mentre tua mamma non viene a scuola. Stanne certa non potrai nasconderti per sempre in casa».

«Sono arrivati a chiederle - spiega la madre - anche 1.800 euro. I carabinieri ci hanno consigliato di riprendere le violenze con delle telecamere ma non ce le possiamo permettere». Dalle denunce presentate emergerebbe anche un dettaglio oscuro: uno dei ragazzi le avrebbe puntato un coltello alla gola, costringendola a seguire lui e i suoi amici e poi tappato la bocca con un tampone imbevuto. La 14enne sarebbe svenuta per ritrovarsi al risveglio con i jeans sporchi di sangue e seminuda. «Non abbiamo potuto capire - continua la donna - se si sia trattato di un abuso sessuale perché mia figlia non ricorda niente e il suo racconto è arrivato a un anno dall’episodio». Oggi la ragazza frequenta un istituto superiore fuori Lucca, costretta per la sua sicurezza, ad abbandonare la casa della madre. Che lancia un appello: «Questi bulli continuano ad andare a scuola. Chiedo che sia fatta giustizia su questi episodi: l’ultimo risale a due venerdì fa». Quando i baby-aguzzini sarebbero tornati alla carica con l’ultima, inquietante, minaccia.