Bruciata viva, la polizia: 'Vania voleva denunciare l'ex'. La trappola del cellulare

Le amiche le avevano detto di farlo, ma la denuncia non era stata formalizzata

Lucca, il luogo dove è stata aggredita la donna (Foto Alcide)

Lucca, il luogo dove è stata aggredita la donna (Foto Alcide)

Lucca, 3 agosto 2016 - «Sembrerebbe che relazione tra la donna e l'uomo che abbiamo arrestato fosse stata a tratti anche burrascosa e anche su indicazioni di alcune amiche, che la donna si fosse determinata a denunciarlo. Denuncia che poi non è stata formalizzata». Lo ha spiegato il dirigente della squadra mobile di Lucca Silvia Cascino parlando degli elementi raccolti dalla polizia per ricostruire quanto accaduto martedì pomeriggio all'ex ospedale dove Vania Vannucchi è stata cosparsa di liquido infiammale e data alle fiamme.

Per far piena luce sull'orribile morte di Vania sarà fatta anche un'attenta analisi sui cellulari della vittima e del suo presunto aggressore Pasquale Russo. La donna, proprio ieri, avrebbe denunciato il furto del suo telefonino poi trovato nell'auto. Gli inquirenti ipotizzano che l'uomo, anche lui 46 anni, lo avesse preso per trovare una scusa per un ultimo appuntamento. Sui cellulari si cercano le prove dei tentativi che Russo avrebbe fatto di riallacciare la relazione dopo la chiusura del loro rapporto, nei mesi scorsi.

La donna, secondo alcune amiche, «aveva paura» ma nonostante ciò, e gli inviti delle amiche a denunciarlo per stalking, non aveva ancora trovato la forza di andare in questura. Il pm Piero Capizzotto ha già disposto l'autopsia della donna. Forse domani o venerdì l'interrogatorio del gip per la convalida dell'arresto.