Il baratto fra aziende sbarca a Lucca: «Niente denaro, scambiamo crediti»

Ecco la «Onebarter» di Allegretti: pronta ad assumere 10 persone

Niko Allegretti si è da poco trasferito a Lucca

Niko Allegretti si è da poco trasferito a Lucca

Lucca, 11 luglio 2017 - Niente finanziamenti per gli acquisti, niente rischi per le vendite. Il tutto senza passaggio di denaro. Un po’ come far quadrare il cerchio. Eppure il «barter», una sorta di baratto multilaterale di beni e servizi, proprio questo si propone di fare. E realmente fa.

Da decenni prassi consolidata negli Usa, con precedenti importanti negli anni ‘30 del secolo scorso in Svizzera, i circuiti di barter provano a mettere in comunicazione aziende diverse per settore e storia con l’intento di creare un mercato interno allo scopo di far vendere e acquistare merci e servizi per il tramite di un terzo soggetto, il tutto senza dover sborsare denaro. Che di questi tempi è a dir poco rarefatto.

Il barter sta per sbarcare anche a Lucca, e in grande stile, visto che la Onebarter Srl, un’azienda nata nei mesi scorsi in Veneto, ha deciso di impiantare la sua sede principale proprio a Lucca, precisamente in viale San Concordio 646. A dirigere quello che si annuncia un esperimento con mire decisamente ambiziose è Niko Allegretti, un lombardo da anni impegnato nello sviluppo del barter e con alle spalle collaborazione con primari gruppi pubblicatiri italiani, da poco trasferitosi nella nostra città.

E' lui stesso a spiegare come funziona il barter. «Ci basiamo su una piattaforma informatica – chiarisce – dove ogni azienda può iscriversi e pubblicizzare i suoi prodotti a tutte le altre realtà presenti: chi è interessato a un prodotto non deve fare altro che concludere l’affare con il venditore e i relativi importi in ‘eurobarter’, che ha un rapporto di perfetta parità con l’euro, verranno segnati a credito o debito delle rispettive aziende. Il meccanismo è semplice quanto rivoluzionario perché non prevede il passaggio di denaro, che di questi tempi è alquanto difficile da reperire. Chi vende assume crediti nella piattaforma che poi potrà spendere per acquistare a sua volta altra merce. In questo modo, il denaro viene risparmiato per altri centri di costo delle singole aziende, a cominciare dai pagamenti del personale».

Il progetto non si ferma qua così come gli eventuali vantaggi. «Ci sarà, per chi lo vorrà, anche la possibilità di aver finanziamenti – prosegue Allegretti –, intesi come linee di credito interne alla piattaforma. Questo è un sistema che mediamente, avendo anche un chiaro impatto pubblicitario, sviluppa almeno il 20-30 per cento del fatturato e permette di contattare clienti che nemmeno sapevano dell’esistenza delle singole aziende. E’ una sorta di comprare pagando, vendendo, uso dire».

E la Onebarter che ci guadagna? «Riceviamo una commissione in denaro pari al 3 per cento della transazione, garantendo chiaramente il buon fine della trattativa. E parte del ricavato, essendo nel nostro caso una benefit corporation, va a sostegno di progetti sociali. Quante aziende contiamo di coinvolgere? Ne abbiamo già circa 1.500 in preiscrizione, ma contiamo di arrivare almeno a 3.000-4.000 quando la piattaforma partirà, ovvero intorno alla fine del mese. Il 20 prossimo saremo all’hotel Napoleon per un passsaggio con le realtà del territorio, mentre nei nostri uffici, a regime, ci saranno una decina di dipendenti».