"Aggredita per strada a Oxford. Ho avuto tanta paura di morire"

Lo sfogo su Facebook di una giovane lucchese: ‘Salva per miracolo’

L'episodio è avvenuto in Cowley Road (foto di repertorio)

L'episodio è avvenuto in Cowley Road (foto di repertorio)

Lucca, 1 febbraio 2017 - Uno sfogo fiume. Lungo come i trenta minuti di terrore raccontati su Facebook da una giovane lucchese che vive e lavora ad Oxford. La stessa città dove domenica notte, la ragazza racconta di essere stata vittima di una scena da Arancia Meccanica. Mezz'ora choc durante la quale sarebbe stata protagonista di un’aggressione brutale sotto la minaccia di una lama e il ricatto di una promessa di morte. Per capire cosa è successo si deve riavvolgere il nastro alle 21 del 29 gennaio. La giovane è uscita dal lavoro e si sta recando in autobus ad un appuntamento con un’amica. «Mi fermo a Cowley Road col bus – scrive sul proprio profilo Facebook – dieci minuti a piedi da casa sua». E qui che la situazione precipita ed inizia l’incubo. «Mi incammino con il telefono in mano – prosegue – quando mi sento chiamare da lontano alle mie spalle, voce femminile che faceva ‘Sorry, Sorry’, urlando per la distanza che ci divideva». Si tratta di una donna che le domanda che ore sono. 

«Una ragazza – continua il racconto – dall’aspetto del tutto innocuo,in media sui 25 anni, inglese. Le urlo che sono le 21.20 di sera». Ma la donna finge di non sentire, si avvicina sempre di più. Poi l’inizio delle pellicola horror. «Afferra con una mano il mio telefono – scrive ancora – e con l’altra la coda dei capelli sbattendomi giù la testa e continuando a tirarmi i capelli. Mi punta un coltello o una forchetta alla gola, dicendomi che mi avrebbe ucciso. Presa dal panico, ho cercato di tirarmi su ma lei mi tirava le forchettate dietro la testa e sulla fronte per non farmi muovere». La richiesta è una sola: i soldi o la vita. A questo punto la situazione precipita. Sulle due si getta anche il complice dell’assalitrice, un uomo di colore che strappa la borsa alla giovane e scappa. 

«Lei continuava a ripetermi - scrive E.D. – ‘stasera morirai, dammi tutto quello che hai, ti uccido adesso, ormai mi ha vista in viso’ . Non so di quale sostanza si fosse fatta e nemmeno cosa aveva bevuto ma puzzava di un mix tra le due cose. Ho realizzato che non fosse sana. Ho preso tutta la forza interiore che avevo e le ho detto: ‘Io ti capisco, sono tua amica, ti darò tutti i soldi che ho se dopo mi lasci andare, stai tranquilla’». Ma la donna le stringe la mano senza lasciarle scampo, continuando a minacciarla di morte. È a questo punto che per la giovane lucchese, con le spalle al muro, arriva il lieto fine. 

«Sento una macchina dietro di me: la polizia. Aprono il finestrino e ci chiedono: ‘Tutto ok?’ Lei mi teneva per mano stretta, l’altra mano era nascosta sotto il giacchetto con la paura che io facessi un passo falso. Lei ha risposto : ‘Si, stiamo solo parlando’. Io li ho guardati chiedendo aiuto con gli occhi, e ho risposto: ‘si tutto ok’». Gli agenti però colgono l’sos lanciato dalle pupille della giovane e sul posto arrivano altre quattro auto della polizia. «Qualche vicino - scrive ancora – aveva chiamato la polizia, quel vicinato che mi ha salvato la vita. Scendono dalle macchine, mi afferrano il braccio staccandomi da lei e di colpo mi sono vista salva. Ho iniziato a piangere sfrenatamente, due poliziotte mi hanno portato nella loro macchina. Lei l’hanno presa di forza,l’hanno portata via e l’hanno arrestata. Io continuavo solo a ripetere: ‘Mi avete salvato’». Poco dopo la polizia, stando al racconto della giovane, arresta anche il complice della rapinatrice. «Ho deciso di raccontare questo incubo - conclude la ragazza - ,per dirvi: non parlate mai con gli sconosciuti, non rispondete e soprattutto per le ragazze, tenetevi qualcosa di difensivo in borsa».