Lucca, 3 giugno 2014 - Lucca ospita giovedì 5 e venerdì 6 giugno a Palazzo Ducale la conferenza nazionale Hd Forum Italia 2014 e l’undicesimo Forum europeo digitale. Insomma veniamo proiettati nella televisione del futuro. Fra i numerosi e qualificati ospiti ci sarà anche monsignor Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro televisivo Vaticano, professore ordinario di Teologia della comunicazione presso la Pontificia università Lateranense e docente di linguaggi e mercati dell’audiovisivo presso l’università Luiss di Roma, che giovedì pomeriggio parlerà delle riprese e delle trasmisssioni in tutto il mondo della Canonizzazione dei Papi del 27 aprile scorso, presentando anche 4 minuti di video in formato 4K, ovvero oltre quattro volte l’attuale HD: si passa infatti da una definizione di 1.920 per 1.080 pixel a una di 4.096 per 3.112.
Quali i motivi e le parole chiave della sua presenza a Lucca?
«Veniamo per raccontare un’esperienza importante. Un progetto condiviso dove il CTV si è avvalso di partner tecnologici quali Sony, Sky per il 3D e per la distribuzione con ben 9 satelliti di Eutelsat e di Globecast. La canonizzazione di Papa Giovanni XIII e di Papa Giovanni Paolo II è stata un evento importante. Due Papi che hanno segnato la storia del novecento. Il primo aprendo il Concilio Vaticano II, il secondo per aver portato alla variabile fondamentale del rapporto est-ovest. Ci sono stati ben 200 operatori impegnati dalla mattina, dalle ore 4,30 e fino al termine. Un esperimento andato molto bene, che ha suscitato grande attenzione. Non dimentichiamo che abbiamo trasmesso la canonizzazione in circa mille cinema del mondo e tutti hanno attestato la grande performatività della qualità del segnale che ha permesso di partecipare al meglio all’evento».
Quali le prossime iniziative di alta definizione dopo la canonizzazione del 27 aprile scorso?
«Intanto si stanno facendo due documentari su questa produzione. Il primo è di Sky e sarà presentato a novembre mentre il secondo è di Discovery. Due produzioni che parlano di noi. Noi, invece, faremo una presentazione al museo di Washington della canonizzazione girata in 4K. Non mancheranno altre sperimentazioni in 4K come lo saranno la beatificazione di Paolo VI o la Messa di Natale. Sperimentazioni non per un virtuosismo tecnologico. Riteniamo il 4K il modo di consegnare agli storici dei documenti che non saranno più cartacei ma di grande qualità».
Quale, secondo lei, la televisione del futuro per aumentare il senso di immersività?
«La tv del futuro è difficile da definire. Ci possono essere varie strategie che qualcuno persegue. Oggi la televisione è in crisi. Il modello tradizionale di fruizione è cambiato. Non si fruisce più in casa. Ormai con i device portatili ognuno si costruisce un proprio palinsesto. Per restituire solidità all’audience dobbiamo dare aspetti in più. Se viene meno l’audience si dovranno pensare altri criteri, anche di suddivisione degli investimenti. L’Europa in questo periodo sembra investire di più sulla banda larga rispetto alla televisione».
Una televisione modernissima, come è stata realizzata per la cerimonia di canonizzazione del 27 aprile scorso, ma con inevitabili passaggi in lingua latina. Non è una contraddizione storica?
«E’ il fascino di questo evento. La Chiesa Cattolica ha una liturgia che è codificata. Un codice ha la pesantezza di una tradizione della storia ma diventa esplosivo con una tecnologia planetaria. Ciò è un bene prezioso che custodisce una memoria che viene fatta uscire in alta definizione. La Chiesa in uscita non disperde la memoria».
Papa Francesco ha la capacità di «bucare lo schermo». Ha avvicinato o riavvicinato alla Chiesa milioni di persone. Che ruolo ha avuto in questa sua capacità di catturare il telespettatore il lavoro del Centro televisivo da lei diretto?
«E’ certo che le immagini hanno un impatto molto forte rispetto all’uomo che occupa lo schermo da protagonista ma che rimanda sempre ad altro, che rimanda all’essenzialità dei problemi, indicando una strada di speranza. Papa Francesco sa sollevare lo sguardo, riesce a far guardare il cielo oltre le nubi. E’ un uomo che ha una carica potente. Raccontare il Papa così e facile. Ma per contro è anche difficile. Dobbiamo essere sempre attenti a non far prevalere la tecnologia rispetto alla sua figura. Alcuni gesti diventano immediatamente delle icone, noi dobbiamo essere pronti a immortalare questi gesti: il bacio a un malato, il pollice in su, il Papa che prega in silenzio e tocca il muro di Betlemme è stata un’immagine recente che ha subito fatto il giro del mondo e che si deve alla prontezza e capacità del nostro operatore, che cerca di mettersi a servizio di quello che il Papa stava facendo».
Il Papa sarà a Firenze il prossimo anno. E a Lucca quando?
«Il programma non è ancora definito. Sicuramente sarà a Firenze per il Convegno ecclesiale nazionale ma il giorno non è confermato. Quella visita potrà estendersi anche ad altre città. Non posso dire se ci sarà anche Lucca, semmai penso a Barbiana nel Mugello. Papa Francesco ha parlato spesso di don Lorenzo Milani, anche nel recente incontro con la scuola».
Lei conosce bene e frequenta Papa Francesco. Come è al di là di quello che emerge proprio dalle vostre produzioni e dalla comunicazione?
«Il Papa è un uomo immediato che presta grande attenzione alle singole persone. Ha grandissima memoria ed è un grande uomo di preghiera. Anche nei viaggi è un uomo. Non è uno stratega del marketing. Lui si lascia invadere dallo Spirito di Dio. Alcuni dei suoi gesti sono frutto di un’urgenza che lui sente».
Conosce Lucca e cosa ne pensa?
«Sono stato a Lucca molti anni fa. La ricordo con un piacevole senso di città accogliente».