Lucca, 22 aprile 2014 - «Incontrarci, parlare, stemperare le polemiche». Il messaggio del sindaco Alessandro Tambellini agli albergatori di Confcommercio è semplice e chiaro. «Lo strappo può essere ricucito e con un po’ di buona volontà si possono trovare soluzioni adeguate e condivisibili». Lo strappo era stata ufficializzato alla vigilia di Pasqua quando Ascom Federalberghi ha sparato sulle scelte dell’amministrazione comunale in materia turistica, prendendo le distanze dalla nuova versione della tassa di soggiorno proposta da Palazzo Orsetti e preannunciando il ritiro dal tavolo dell’Osservatorio turistico di destinazione. Una scelta che per gli stessi albergatori appare legata a sentimenti di amarezza misti a un senso di impotenza. La posizione è legata a scelte che, secondo Pietro Bonino, Pietro Belli e Mauro Cusinato del consiglio provinciale di Federalberghi sono preoccupati e che spingono la città in una strada senza uscita. Una critica che ha nel mirino l’assessore comunale al turismo Massimo Tuccori. «Con il nuovo assessore — hanno detto i tre rappresentanti di Federalberghi — rispetto a chi l’ha preceduto, che si limitava a farci la lezioncina, ci si può parlare, ma non è cambiato nulla in concreto. Ci vorrebbero addetti ai lavori, in realtà ci sono persone che non hanno competenze e sentiamo fare affermazioni che sono fuori da ogni contesto in materia turistica. La nuova versione della tassa di soggiorno, calcolata sul numero delle stelle e non più del valore delle camere non ci piace. I paragoni con Pisa, che ha più del doppio dei turisti di Lucca, non reggono e anche le cifre non tornano: nella città della Torre al massimo pagano due euro, qui da noi non abbiamo ancora capito se saranno 2,5 o addirittura 3 euro per gli alberghi più cari. Ma la cifra è superiore anche nelle strutture con minori stelle».

Il sistema legato al numero delle stelle non piace anche perché si continuano a far passare per strutture a una stella, anche le residenze extralberghiere di pregio, creando una disparità di trattamento evidente e introducendo elementi di distorsione. Così Federalberghi punta il dito sulle residenze extralberghiere sostenendo che «gli alberghi creano maggiori posti di lavoro, sono sottoposti a un’infinità di adempimenti burocratici, a tasse crescenti come l’Imu, triplicata rispetto alle residenze d’epoca». In sintesi viene chiesto di ripristinare la tassa attraverso il costo delle camere, come avviene in città come Bologna. E sul fronte dell’evasione gli operarori sono netti: «L’evasione al 30 per cento è un problema del Comune, sanno chi evade: perché non intervengono preferendo caricare chi paga di ulteriori fardelli?». Ora vedremo se la disponibilità del sindaco sarà sufficiente a ricucire lo strappo.