Lucca, 22 aprile 2014 - Pasqua violenta, anche quest’anno, in troppe case. Tre le donne che alla fine hanno dovuto ricorrere al pronto soccorso dell’ospedale facendo scattare il percorso definito «Codice rosa», riservato alle vittime di violenze domestiche e sessuali. Uno di questi casi ha riguardato una donna con problemi sociali e che era stata già seguita in precedenza, gli altri due hanno riguardato invece persone che appartengono a un buon livello sociale, compreso una collega giornalista. Tre casi di «maltrattamento». «I dati che abbiamo raccolto in questi ultimi tre anni — spiega la dottoressa Piera Banti — dimostrano che c’è un aumento dei casi di violenza proprio in occasione delle festività e dei fine settimana, ovvero quando le famiglie si ritrovano e hanno più tempo di stare insieme. E’ allora che possono emergere i conflitti che sfociano nelle varie forme di violenza».

I dati sono drammaticamente in aumento: 250 i pazienti seguiti nel 2012 primo anno del «Codice Rosa»; 353 i casi di ricovero ospedaliero per violenza nella sola Lucca, Piana e Garfagnana, nel corso del 2013; mentre in questo 2014 abbiamo già oltre 100 casi, di cui 12 per violenza sui minori. L’ultimo arrivato al pronto soccorso dell’ospedale Campo di Marte proprio ieri pomeriggio. Per avere un riferimento si può ricordare che nel 2011 erano stati segnalati soltanto 103 casi di maltrattamenti, violenze sessuali, abusi o stalking. A fine 2014 si rischia dunque di superare la soglia dei 400 casi, quattro volte di più rispetto al 2011. Purtroppo il fenomeno della violenza, che assume varie tipologie: da quella fisica a quella psicologica a quella economica, appare in vertiginosa crescita. D’altra parte le stime indicano che il fenomeno è ancora, per un 80-90 per cento, non emerso.

C’è comunque un dato positivo nel lavoro dell’equipe che da tre anni segue in maniera specifica i casi di violenza. In Lucchesia da quando è stato attivato il «Codice rosa» non ci sono stati casi di femminicidio. Eppure in almeno 6-7 casi le donne hanno rischiato veramente di essere uccise. Dunque la tempestività degli interventi e il coordinamento tra le varie realtà operative: Azienda Usl, Questura, Carabinieri, Procura della Repubblica e Prefettura hanno permesso di evitare il peggio. Appare migliorata anche la situazione sul fronte dell’avere strutture per l’accoglienza delle donne che hanno subito forme di violenza. Nell’ultimo anno, grazie alla sinergia fra le istituzioni, si è arrivati a individuare gli spazi idonei all’accoglienza che rappresenta un passaggio indispensabile per non mantenere inutilmente la persona in un ambiente sanitario. «Nell’ultimo anno — osserva la dottoressa Banti — abbiamo avuto la percezione che la popolazione cominci a fidarsi di più delle istituzioni: medici, polizia giudiziaria, ecc. Pertanto le denunce sono senza dubbio in aumento anche per l’effetto domino o tam-tam che si crea dalle vittime. Non c’è donna che non abbia un’amica, collega o parente che non subisce violenze. Io stessa da quando ho iniziato ad occuparmi di “codice rosa” sono stata sommersa dalle richieste di aiuto da parte di colleghe o persone che lavorano nel mio ambiente».

Cosa emerge dagli ultimi dati? «In realtà sto elaborando proprio in questo periodo i dati per una pubblicazione aggiornata. Nel 2012, primo anno del “codice rosa” all’ospedale di Lucca, avevamo avuto 222 casi che hanno riguardato persone adulte di cui 215 femmine con range d’età compreso fra 18 e 83 anni e una media di 40,1 anni. Sette sono stati i maschi con età fra 65 e 85 anni e media di 77,5 anni. Guardando invece al dato di minori dei 28 casi presi in carico 18 sono stati i maschi, con età fra 4 e 17 anni e media di 10,5 anni, e 10 le femmine in età fra 3 e 17 anni e media di 12,3 anni. Oggi vediamo che il fenomeno della violenza riguarda tutte le fasce d’età. Resta preminente il numero delle donne che la subiscono, ma ci sono anche maschi, in particolare bambini e anziani».