Lucca, 6 marzo 2014 - FERDINANDO Fabbri e Monica Pieri dovranno comparire davanti al tribunale collegiale di Lucca il prossimo 13 maggio per rispondere dell’accusa di estorsione. Il Gip Giuseppe Pezzuti ha rinviato a giudizio — accogliendo la richiesta del Pm Lucia Rugani, titolare dell’inchiesta — la coppia lucchese (lui 44 anni, lei 52) arrestata dalla polizia davanti alle telecamere de «Le Iene» il primo luglio scorso e accusata di aver minacciato e aver estorto denaro a Mario SonSodo. Il 64enne ex falegname di Nozzano si è inoltre dichiarato parte civile e attraverso il suo legale, l’avvocato Giovanni Biagi, ha chiesto un risarcimento del danno di 100mila euro e una provvisionale di 30mila euro.

SECONDO il legale difensivo di Mario, l’estorsione si sarebbe protratta per diversi mesi. E più precisamente dal Natale del 2012 al luglio dell’anno successivo. Ma la gravità dell’episodio andrebbe ben oltre il semplice danno patrimoniale perché — sempre per l’avvocato Biagi — la cosa più grave è che Fabbri e Pieri si sarebbero approfittati delle condizioni di Mario creando uno stato di timore e abusando della buona fede dell’ex falegname.

UNA RICOSTRUZIONE rigettata dagli avvocati della difesa. «A nostro avviso — spiega Luca Cantini, difensore di Monica Pieri — non è ravvisabile alcun reato di estorsione». «Mancano le minacce, come prevede il codice e i rapporti fra le parti — continua ancora Cantini — sono ben diversi da come sono stati mostrati in televisione dove si vede soltanto una parte della realtà. I fatti vanno quindi inquadrati sotto un’altra luce e partendo dal presupposto che Mario Barsotti e la mia assistita erano persone che si frequentavano».
 

IL CASO, lo ricordiamo, ha assunto una rilevanza nazionale grazie ad un servizio de «Le Iene» andato in onda su Italia Uno a fine gennaio. Il servizio — a cura di Andrea Agresti — inizia con una commovente intervista a Mario Barsotti che racconta, con parole molto semplici e ingenue, il suo calvario. SonSodo usa perfino parole di affetto per i suoi aguzzini. «Sono miei amici», dice a più riprese. La lunga inchiesta di Agresti si completa, infine, con le immagini dell’arresto in flagrante. Un blitz orchestrato dalla polizia in piazzale Verdi e diretto da Virgilio Russo, capo della squadra mobile. Una volta scattato l’arresto Mario è ripreso dalle telecamere mentre piange a dirotto sull’auto della polizia: «Perché piango? — dice — . Perché mi sento in colpa.».
 

INTANTO, la città ha deciso di mobilitarsi per aiutare Mario e far sentire la propria vicinanza. Domenica 16 marzo alle ore 16 in piazza Napoleone è stato deciso di dar vita ad un brindisi per festeggiare insieme il compleanno dell’ex falegname (che in realtà cade domani). Un evento pubblicizzato attraverso Facebook e che ieri sera, contava 1.309 adesioni.
Saverio Bargagna