Lucca, 19 febbraio 2014 - Continua a far discutere la problematica delle cave del marmo. Domani la proposta del piano paesaggistico, approvata dalla giunta regionale, verrà illustrata alla commissione ambiente della Regione Toscana. L’iter di adozione non sarà immediato, e con ogni probabilità la proposta sarà oggetto di modifiche. A intervenire sulla questione sono i consiglieri regionali del Partito Democratico, Ardelio Pellegrinotti (segretario della commissione ambiente) e Marco Remaschi, favorevoli alla modifica del piano: «Certamente non possiamo ignorare l’attività delle molte aziende e gli altrettanti posti di lavoro che verrebbero meno. Il piano paesaggistico, così come proposto, non va bene. Occorre modificarlo». Anche il presidente del gruppo Udc regionale, Giuseppe Del Carlo, si dice favorevole alla modifica. «L’estrazione del marmo — afferma — va sicuramente disciplinata e, rispetto al passato, armonizzata in misura maggiore con il rispetto dell’ambiente. Chiediamo all’assessore regionale Marson e al presidente Enrico Rossi la disponibilità a rivedere alcuni aspetti del piano; occorrono regole chiare che salvaguardino l’ambiente senza danneggiare oltremisura lo sviluppo economico e le aziende che lavorano nel settore del marmo». Tra gli strenui difensori del piano ci sono invece gli ambientalisti. Legambiente sta organizzando una petizione per ottenere la rimozione del presidente del Parco Regionale delle Alpi Apuane, Alberto Putamorsi: «Il presidente — si legge sul comunicato — si è scagliato contro il piano approvato dalla giunta della Regione. Il piano non si tocca, cosi come è stato licenziato dalla giunta con un processo concertato con le parti». Anche il movimento «Salviamo le Apuane» dice la sua: «Finalmente in Regione si sono accorti del disastro ecologico ma anche economico che sta devastando le Apuane». Il movimento chiede quindi «un rapido programma di chiusura delle cave, l’apertura di una fase di riconversione e lo sviluppo di un grande progetto di elaborazione di nuove economie ecologiche».